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Suor Bernardinis: Donna, perno della famiglia e dell'umanità

Suor Maria Rosa Bernardinis Ansa - Angelo Carconi
Pubblicato il 08-03-2021

L'assenza di parità tra uomo e donna è un danno per l'umanità tutta

Parlare della donna, vuol dire parlare di un mondo. Dico ciò, perché vedo la donna come perno sul quale si reggono non solo la famiglia e la società, ma anche l’umanità che, senza la donna non esisterebbe. Perché Dio ha creato l’uomo e la donna come simili e complementari, dando loro responsabilità e doni reciproci. Potrebbe sembrare scontato, eppure vale la pena ripeterlo, visto che nel 2021 non è stata ancora raggiunta la parità tra i generi, che non appartiene solo alla donna, ma all’essere umano. Una parità la cui assenza danneggia l’umanità tutta, appunto. “Siamo purtroppo eredi di una storia di enormi condizionamenti che, in tutti i tempi e in ogni latitudine, hanno reso difficile il cammino della donna, misconosciuta nella sua dignità, travisata nelle sue prerogative, non di rado emarginata e persino ridotta in servitù. Ciò le ha impedito di essere fino in fondo se stessa, e ha impoverito l’intera umanità di autentiche ricchezze spirituali”. 

Questo scrisse Papa Giovanni Paolo II nella sua lettera alle donne del 1995, nella quale riconosce che la serie di discriminazioni che hanno subito e subiscono le donne, rendono più povera tutta l’umanità. Nelle sue parole, emerge anche il molteplice contributo che la donna offre alla vita, secondo diversi aspetti, quello umano, spirituale, culturale ma anche quello socio-politico e economico. Papa Wojtyla, attribuisce alla donna quello che lui chiama “genio femminile: l’immensa disponibilità a spendersi nei rapporti umani, specialmente a vantaggio dei più deboli e indifesi”. Continua, parlando di un “valore inestimabile, per l’incidenza che ha sullo sviluppo della persona e il futuro della società”.

Questo è il peso della donna che, dall’alba dei tempi, segue la costruzione di un’umanità più equa e giusta. Questa è una rivoluzione che riguarda donne e uomini: si tratta, infatti, della rivendicazione della stessa dignità umana. Le donne sono la voce e l’anima di questa impresa, per la quale sono state e sono costrette ad enormi sacrifici. Questo ci viene ricordato l’8 marzo, data simbolica della Giornata internazionale dei diritti della donna voluta per celebrare le conquiste che le donne hanno compiuto, insieme purtroppo anche a violenze e discriminazioni. A queste donne deve andare il nostro pensiero, a loro si deve ispirare la nostra vita, per fare in modo che il traguardo dell’uguaglianza sia anche merito nostro, nel concreto di ogni giorno e di ogni azione.

Tra queste donne si trova la nostra Santa Rita, che in tutto ciò che ha fatto, ha portato il valore aggiunto della sua femminilità di figlia, sposa, madre e consacrata. Rita ha ben interpretato e vissuto quel “genio femminile” di cui parla Papa Wojtyla, e che ha la sua massima espressione nella Madonna. Il coraggio, il genio e la forza di Maria sono stati anche di Santa Rita, che viene descritta benissimo nelle parole della Messa votiva del 22 maggio, sua festa solenne: “La sua forza vitale era l’amore e da questa venne guidata nei vari stati della sua vita…”. Rita è stata una donna che in Dio ha trovato la bellezza di un incontro d’Amore e che ha camminato in continuo esercizio di questo Amore. La sua felicità non è dipesa dal buon andamento della sua vita, durante la quale ha versato molte lacrime e patito altrettanti dolori. A regalarle la gioia vera, però, è stato sempre il primato assoluto di quell’Amore, che ha motivato e deciso la sua essenza di donna, in tutte le sfaccettature. Donna di pace e perdono, ci insegna e ci aiuta a non essere indifferenti, a cercare Dio come principio e fine di ogni nostra azione. 

Rita, donna, dice alle donne di fare la differenza nel mondo e si fa loro compagna di viaggio verso la santità, che tutte possiamo raggiungere. Molte donne, infatti, la sentono amica, sorella, mamma ancora oggi: un punto di riferimento insostituibile, del quale noi monache siamo specchio, accompagnando molti devoti e molte devote nel loro cammino di vita, come fa Rita, perché anche noi siamo donne e aspiriamo al suo genio e ad essere parte attiva della sua “rivoluzione d’Amore”. Chiudo, come ho iniziato, con le parole di un uomo, che ha ben compreso il mondo delle donne e il loro ruolo per il mondo e nel mondo: “Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna!” (Giovanni Paolo II).

 

Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia

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