cronaca

'Suor Gloria Cecilia Narváez è viva, ma ha bisogno di cure'

Redazione franciscansistersofmaryimmaculate.net
Pubblicato il 17-10-2020

Sophie Petronin, prigioniera con la religiosa colombiana e liberata assieme a padre Maccalli, lancia un appello al presidente Macron

È viva ma ha bisogno di cure suor Gloria Cecilia Narváez, la missionaria colombiana rapita in Mali, il 7 febbraio 2017. Lo ha rivelato Sophie Petronin all'agenzia Fides. L'ostaggio francese liberata assieme ad altri ostaggi occidentali, tra cui p. Pierluigi Maccalli, l'8 ottobre.

Sophie Petronin appena tornata in Francia ha rivolto un appello al presidente francese Emmanuel Macron perché intervenga per facilitare la liberazione di Suor Cecilia. “Il suo spirito sta cedendo, ha detto al Presidente Macron- Dobbiamo fare di tutto per tirarla fuori da lì”.

L’ex ostaggio francese ha affermato di aver trascorso la maggior parte della sua prigionia con la religiosa colombiana. Le due donne sono stati insieme per tutto il tempo fino al 5 ottobre, quando la Petronin è stato trasferita per il successivo rilascio il giorno 8.

L’operatrice umanitaria francese ha detto che insieme a suor Gloria Cecilia sono passate attraverso circa 30 campi diversi e hanno condiviso tutto, coperte, cibo, acqua. Petronin assicura che nessun tipo di violenza è stata mai esercitata su di loro, tranne una volta, quando Gloria Cecilia Narváez si è persa durante una passeggiata ed è stata poi legata per tre giorni.

Il cardinale Jean Zerbo, arcivescovo di Bamako in Mali, ha chiesto la liberazione di tutti gli ostaggi ancora in mano a gruppi jihadisti: "Ogni volta che preghiamo, chiediamo al Signore la liberazione di suor Gloria e di tutti gli altri ostaggi. Questa è una grande umiliazione per il Mali. Sono venuti per fare del bene e sono stati rapiti dai banditi, come se fossero schiavi. È un peccato per il nostro Paese”.

Suor Gloria Cecilia Narváez della Congregazione delle Suore Francescane di Maria Immacolata, è stata sequestrata a Karangasso nel sud del Mali 7 febbraio 2017 da jihadisti legati ad Al Qaida nel Sahel.

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