cronaca

Lo Stato aiuti subito le famiglie più povere. La mafia lo sta già facendo

Paola Severino Ansa - CESARE ABBATE
Pubblicato il 06-04-2020

La criminalità organizzata ha iniziato a distribuire generi di prima necessità

Le grandi crisi portano sempre con sé grandi atti di eroismo e grandi occasioni per la criminalità. La pandemia che continua a diffondersi in tutti i Paesi del mondo, senza distinzione di razza, di latitudine, di parametri culturali, di modelli economici, non fa eccezione. Quanto agli atti di eroismo, credo che il comportamento dei nostri medici e dei nostri infermieri mostri un catalogo di condotte esemplari, apprezzate da molti commentatori anche oltre confine. Quanto alle occasioni per la criminalità, i primi sintomi iniziano ad affacciarsi, con una significativa differenziazione tra aree del Sud, più povere, ed aree del Nord, maggiormente industrializzate.

Nel meridione, stando alle prime rilevazioni degli organi di polizia, la criminalità organizzata sta diffusamente consegnando pacchi alimentari a persone e a famiglie che non possono più permettersi di acquistare neppure il cibo quotidiano. Piccoli commercianti, ambulanti, camerieri stagionali, manovali senza un lavoro stabile, oltre ai tanti lavoratori in nero privi non solo di fonti di reddito, ma anche di ogni forma di sostegno alternativo, rappresentano la platea di riferimento ideale.

Un numero rilevante di persone che potrebbero facilmente cadere nella trappola della grande criminalità, ricevendone un pronto intervento economico, a fronte di un prezzo elevato da pagare: l' affiliazione o la soggezione alle cosche locali che si presentano come la forma di sussidio più rapida e diretta. I buoni alimentari, di recente introduzione nel catalogo dei nostri meccanismi assistenziali, rappresentano anche per questo motivo una iniziativa importante e, se verranno distribuiti, tempestivamente e capillarmente, a persone e famiglie davvero bisognose, potranno testimoniare la vicinanza dello Stato a coloro che si trovano in gravi situazioni di difficoltà.

Quanto alle aree del Nord, basta pensare alla sempre più evidente carenza di liquidità delle imprese e alla immensa mole di liquidità gestita dalla criminalità organizzata per comprendere che ci troviamo in una situazione di reale pericolo di inquinamento dell' economia.

Per chi abbia qualche cognizione sulla evoluzione dei fenomeni mafiosi, è chiaro che siamo da tempo passati da una fase in cui alla criminalità era difficile «ripulire» il denaro sporco, ad una fase in cui esso è stato da tempo investito in attività apparentemente lecite, capaci di resistere ad ogni difficoltà finanziaria, perché comunque alimentate da capitali provenienti da riciclaggio.

Le indagini svolte da alcune Procure del Nord ci hanno già evidenziato nel passato le dimensioni del fenomeno. L' occasione della pandemia è troppo ghiotta per non indurre questo evoluto modello di illegalità, che oggi può avvalersi della complicità di «insospettabili» colletti bianchi, ad operazioni di apparente salvataggio di aziende in difficoltà. Esse, tra l' altro, verrebbero viste dai titolari delle imprese, costretti a vendere o a consentire l' ingresso di nuovi soci dalla mancanza di capitali liquidi, come provvidenziali operazioni di sostegno, esattamente come accade per le famiglie povere del Sud quando ricevono in dono il pacco di cibo dalla cosca di turno.

Un Nord e un Sud, dunque, diversificati nella fenomenologia sottostante, ma accomunati dal pericolo incombente di un rafforzamento della criminalità organizzata e, in parte, dalla strategia di possibile reazione. Anche per l' Italia settentrionale, infatti, il tempestivo avvio di forme di finanziamento garantite dallo Stato per stimolare ed accompagnare la ripresa produttiva, dovrà portare ad una distribuzione tempestiva e capillare alle imprese meritevoli. Una costante attenzione va, ovviamente, prestata ad evitare che si finisca per premiare iniziative inquinate dalla illegalità, causando così il doppio danno di sottrarre ricchezza a chi contribuisce alla crescita del Paese e distribuirla a chi rafforza gli assetti finanziari della criminalità.

Inoltre, i crediti di scopo, la cui ratio sta tutta nella individuazione preventiva dei fini produttivi che ne giustificano l' erogazione a condizioni di favore e che dunque potrebbero segnare la rotta della ripresa economica, dovranno essere monitorati, per garantire che vengano portate a compimento tutte e solo quelle attività produttive alla cui realizzazione l' erogazione è vincolata. Si eviterà così che essi divengano occasioni di arricchimento per imprese i cui scopi sono ben diversi da quelli selezionati dai regolatori economici... (La Stampa)

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