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Tutto quello che c'è da sapere sulla Festa della Repubblica

Mario Scelzo Ansa - STRINGER
Pubblicato il 01-06-2018

Il 2 ed il 3 Giugno del 1946 i cittadini italiani, da poco usciti dagli orrori della Seconda Guerra Mondiale, si recarono alle urne per scegliere tra la Repubblica e la Monarchia. Come è noto, il referendum vide la vittoria della Repubblica, anche se con un risultato non plebiscitario. Furono infatti oltre 10 milioni (il 45% degli elettori), prevalentemente del Sud Italia, a votare per il mantenimento della Monarchia.  Da segnalare che questa consultazione vide il “battesimo del voto” per le donne, fino ad allora escluse da ogni forma di partecipazione politica.

Il 2 Giugno 1946 i cittadini italiani elessero anche i componenti della Assemblea Costituente che doveva redigere la nuova Carta Costituzionale (entrata poi in vigore il 1 Gennaio del 1948).


Che senso ha parlare oggi del 2 Giugno, della Festa della Repubblica e della Costituzione? Gli eventi politici di questi giorni ci mostrano quanto sia necessario il sentimento dell’Unità Nazionale, quanto ci sia bisogno di regole condivise e figure di garanzia, quanto la Costituzione resti un faro per l’intera comunità nazionale.



E’ sotto gli occhi di tutti che l’Italia stia vivendo un momento di crisi istituzionale e di instabilità politica, anzi, prima di proseguire con l’articolo, mi scuso in anticipo: gli eventi cambiano nel giro di poche ore e quello che scrivo oggi potrebbe sembrare vecchio domani, si pensi solo allo scorso 29 maggio nel quale siamo passati nel giro di poche ore dal potenziale giuramento del Governo Cottarelli, alla indizione delle elezioni il 29 Luglio, alla ripresa delle trattative per il cosiddetto Governo del cambiamento fino all’affidamento di un nuovo Governo al prof. Giuseppe Conte.



Tutti gli italiani hanno assistito con interesse, partecipazione e probabilmente stupore a quanto accaduto lo scorso 27 maggio, data in cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rifiutato la nomina a Ministro dell’Economia del Professor Paolo Savona e di conseguenza fatto fallire la possibilità (almeno, così pareva in quel momento) della nascita del Governo del cambiamento. Non è mio compito quello di giudicare l’operato del Presidente, mi limito solo a dire che ritengo stia mostrando in questi quasi tre mesi di stallo una enorme pazienza nei confronti di tutti i partiti, e che si trova costretto suo malgrado a prendere in autonomia decisioni complesse ma allo stesso tempo discutibili. Da cittadino italiano, mi sento di ringraziarlo per il lavoro complesso che sta svolgendo in questa fase difficile.



È legittimo criticare il Presidente, ritengo sia meno legittimo proporne l’Impeachment, come ha fatto inizialmente Luigi Di Maio, per poi fare marcia indietro probabilmente anche avendo visto una scarsa reazione popolare alla sua proposta. Noto con piacere che dopo alcuni giorni di enorme tensione, nei quali sono volate parole eccessive, la situazione politica, seppur nella sua complessità, sembra essere tornata alla normalità, ai toni sì accesi ma rispettosi delle prerogative del Presidente Mattarella.



Torniamo alla Festa della Repubblica. I lettori più giovani forse non sapranno che tale festività era stata soppressa nel 1977 (a causa della crisi economica ma probabilmente anche come conseguenza del clima teso di quel periodo), per poi essere reintrodotta nel 2001 dal Presidente Ciampi, il quale durante il suo mandato si è molto speso per la valorizzazione dei simboli della Patria. Tradizionalmente, il 2 Giugno vede svolgersi una festosa sfilata militare su via dei Fori Imperiali, alla presenza delle più alte cariche dello Stato, e tra i cieli della Capitale si possono ammirare le giravolte ardite delle Frecce Tricolori.



L’auspicio che mi sento di fare per questo 2 Giugno è che tale giorno possa essere un momento di ritrovata unità dopo un periodo di forti tensioni. Le legittime divergenze politiche, le diverse posizioni rispetto al ruolo dell’Italia in Europa e le trattative per la formazione del Governo mi auguro possano continuare a vivere in un contesto di serenità ed unità nazionale.



L’Italia ha “conquistato” la Repubblica dopo un lungo e difficile percorso (il fascismo, la fuga del Re, il 25 Aprile etc..), l’unità nazionale è un sentimento troppo importante per disperderlo nelle beghe politiche. Possa San Francesco, Patrono d’Italia, dall’alto dare il suo contributo per far sì che la Festa della Repubblica sia un momento di serenità e pacificazione.


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