Rieducarci al bene, alla libertà e alla gioia
L’evento della Lumsa e della Pontificia Accademia Mariana Internazionale
“Rieducarci al bene, alla libertà e alla gioia”, questo il titolo della tavola rotonda organizzata in collaborazione con l’Università LUMSA e con la Pontificia Accademia Mariana Internazionale. La Tavola rotonda si svolgerà su Google Meet. Dopo i saluti iniziali del prof. Francesco Bonini, Rettore dell’Università LUMSA e di padre Stefano Cecchin, Presidente della Pontificia Accademia Mariana Internazionale, prenderanno parte: Mons. Giacomo Morandi, Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede; Mons. Fabio Fabene, Sottosegretario del Sinodo dei vescovi; Mons. Angelo Vincenzo Zani, Segretario della Congregazione per l’Educazione cattolica; i genitori della Serva di Dio Chiara Corbella, Roberto e Maria Anselma Corbella, Associazione Parlamentare Per Roma; e Giovanni Emidio Palaia, docente Università LUMSA e PAMI. È previsto un dialogo con 12 studenti LUMSA, altri giovani e con don Gabriele Nasca. Coordinatore dell’evento, Andrea Monda, Direttore de L’Osservatore Romano. L’evento sarà trasmesso da Maria Vision, emittente della Diocesi di Assisi
“San Francesco, patrono d’Italia” ha posto a Don Giovanni Emidio Palaia alcune domande sul suo ultimo libro “Che cosa ci fa lieti?” (Edizioni Tau, 2020)
Come è nata l’idea di questo libro?
Devo dire che è libro più piccolo che ho scritto. Ma ha avuto una gestazione lunga perché in esso confluiscono i miei appunti di dieci anni circa. Il motivo reale è stata la mia storia personale. Mi ha sempre affascinato il bello. E il messaggio del Vangelo è soprattutto un messaggio di bellezza: il Cristianesimo apre all’uomo il futuro. Apre alla speranza ed è una forza che dà vita e che promuove la vita. I mesi successivi al Sinodo dei giovani mi hanno spinto a raccogliere molte domande dei miei studenti. Così è accaduto nella mia attività pastorale: domande sulla fede, sulla libertà, sulla gioia e sull’amore. E dunque mi è venuto in mente di tracciare un percorso su queste domande, realizzato in dieci punti. Ho pensato così che niente più è convincente di libertà, amore e gioia, per presentare ai giovani la fede.
"Che cosa ci fa lieti?” Questo il titolo del suo ultimo libro. Certamente, il termine letizia ci fa venire in mente subito San Francesco. Come essere allora "perfettamente lieti"?
Letizia è una parola che ci riconduce all’esperienza di San Francesco, di Santa Chiara, di Sant’Agnese: l’esperienza francescana è sempre stata al cuore dell’esperienza del cristianesimo. Come si fa ad essere felici? La felicità è un cammino, prima di tutto. E la gioia, la letizia sono un dono: non le produciamo da soli, non è un imperativo che possiamo comandarci. La gioia non può essere comandata. Si può essere veramente lieti - e San Francesco ce ne dà una prova - unicamente con l’aver incontrato Cristo. Un Cristo, però, non teorico ma pratico, vicino a noi. Certo, possiamo incontrare nella nostra vita problemi, ma il sapere di non essere soli ci dà la letizia nella vita. Francesco d’Assisi è il santo della perfetta letizia. Ma la perfetta letizia non è possedere di più perché il santo d’Assisi ci dice che il contrario dell’amore è possedere. Francesco raccontandosi a frate Leone dice che la perfetta letizia è rimanere in Cristo nell’umiltà e nella pazienza: imparare questa pazienza in ciò che accade nella vita, questo ci fa lieti.
E, visto i tempi che stiamo vivendo, non è proprio facile seguire tale visione di vita. No? Come fare, allora?
Direi che proprio il tempo che stiamo vivendo ci offre una drammatica opportunità. La privazione degli abbracci, della compagnia, è la condizione che stiamo vivendo. Certamente essere lieti richiede uscire dall’isolamento, di vincere la nostra alienazione da Dio, da noi stessi e dagli altri. Per cui, come ci ha ricordato Papa Francesco nella Messa di Pentecoste: peggio di questa crisi che stiamo vivendo c’è solo il dramma di sprecarla. Con questa crisi noi abbiamo una grande opportunità: non chiuderci in noi stessi. Quando apriamo gli occhi all’altro, a Dio, possiamo iniziare il nostro cammino di felicità. C’è bisogno di tornare a Dio, proprio in questo delicato momento.
Il suo personale legame con il santo di Assisi - potremmo dire - è onnipresente. Una figura che l'accompagna - da tempo - nelle sue pubblicazioni, nei suoi studi, nella sua vita sacerdotale. Prendo ad esempio la sua apertura del contributo al libro "Il villaggio dell'educazione": quel "Cantico delle Creature" posto ad inizio proprio, dice tutto, no?
Devo dire che ho realmente un personale legame con San Francesco. Diciamo che sono stato condotto a conoscere San Francesco d’Assisi grazie a mia madre. Inoltre è stato importante un viaggio ad Assisi con la mia famiglia. L’esperienza francescana è stata presente nella mia personale storia: tanti religiosi francescani sono sostegno alla mia vita, ad esempio. Insomma il Poverello è un compagno di viaggio, un amico della mia vita, da sempre.
E ora, Papa Bergoglio che sta calcando le orme del Poverello. I temi dei due Francesco sono quelli: pace, solidarietà, vicinanza ai poveri, ai derelitti della società. Necessario, ancora di più, portare a loro il messaggio di felicità. No? Renderli "felici"...come possibile? Umanamente, non possiamo negarlo, non è proprio cosa facile...
Papa Francesco ci sta insegnando - già dalla scelta del nome - a guardare con attenzione alla povertà. Rimanda all’essenziale. Francesco era un richiamo alla persona di Cristo e di quel Cristo vivente soprattutto nei poveri. L’incontro con Cristo ci apre la vita ad essere più vicini al prossimo, ai poveri. E, in questo tempo particolare, possiamo ben dire che non possiamo dimenticarci di chi è povero. Il messaggio di letizia del Vangelo è un messaggio, prima di tutto, per i poveri: lo ha detto Gesù stesso nella sinagoga e gli apostoli hanno calcato queste parole, così come hanno fatto i santi.
Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.
Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA