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Comunicazioni sociali, Patton: “Tessere fili durante la pandemia ha voluto dire mettersi in ascolto”

Redazione Agensir
Pubblicato il 24-05-2020

“Sia nella relazione personale in presenza fisica, come nella relazione mediata, tessere fili ha voluto dire mettersi anzitutto in ascolto, cercare di condividere, a volte sostenere chi faceva più fatica a vivere questa clausura o questa reclusione forzata”. Lo afferma padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa, in un videomessaggio per la Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, che ricorre domani, contestualizzandola nel tempo della pandemia. “Dentro le case, come dentro le nostre fraternità, che a volte sono in luoghi molto isolati e in qualche caso anche in luoghi molto pericolosi (penso ai miei confratelli nella Valle dell’Oronte in Siria) – aggiunge –, sono stati mesi in cui i fili della relazione fraterna si sono perfino approfonditi e consolidati”. Ecco allora che “anche attraverso internet e la sua rete invisibile molte persone hanno sperimentato un senso di vicinanza”. Insomma, il religioso sintetizza: “Non hanno potuto ricevere la comunione, ma hanno potuto sentirsi in comunione; non hanno potuto ricevere l’assoluzione sacramentale, ma hanno potuto sentirsi ascoltate, sostenute, consolate e anche benedette”. La sfida allora è quella di “una comunicazione che sa, dentro le case come nelle comunità, nelle istituzioni come tra le istituzioni, non solo tessere i fili ma anche riannodare i fili, cioè riconciliare le persone e le istituzioni lì dove il filo del dialogo, della relazione, della comunione si è spezzato”. AGENSIR

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