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Papa Francesco riceve Renzi: parla di crisi e disoccupazione giovanile

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Crisi economica, disoccupazione giovanile, le violenze in Medio Oriente. Sono alcune delle questioni affrontate dal Papa con il premier Matteo Renzi, che, ricevuto stamane in Vaticano, ha incontrato poi il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin.



“I colloqui si sono svolti in un clima sereno e cordiale”, si legge nella nota che il Vaticano ha pubblicato nel primo pomeriggio. “L’attenzione si è soffermata, tra l’altro, sull’attuale contesto segnato da persistenti difficoltà di natura economica e sociale, con conseguenze negative soprattutto per l’occupazione dei giovani. Inoltre, si è convenuto sull’importanza dell’educazione per promuovere il futuro delle nuove generazioni. Sono stati considerati, poi, alcuni temi di politica internazionale e si è condivisa la grave preoccupazione specialmente per il progressivo peggioramento dei conflitti nell’area mediorientale. Con riferimento al semestre di presidenza italiana dell’Unione europea, si è ribadita l’importanza dei temi affrontati dal Santo Padre in occasione del suo recente intervento al Parlamento europeo di Strasburgo. Essi risultano fondamentali per l’armonico sviluppo dei popoli europei. Infine, si è rinnovato l’impegno delle parti a proseguire nella mutua cooperazione per risolvere alcune problematiche di natura bilaterale”.



Il colloquio riservato tra il Papa e Renzi è durato mezz’ora, dalle 11 alle 11.30. Il premier italiano è giunto in Vaticano con un quarto d’ora di anticipo ed ha lasciato lo Stato pontificio – dopo un’ulteriore ora con il cardinale Parolin – intorno all’una.



“Adesso io e il tuo papà andiamo da soli dal Santo Padre e poi torno”, ha spiegato mons. Georg Gaenswein, prefetto della Casa pontificia, alla figlia di Renzi che, con uno strappo al protocollo, ha accompagnato il premier e il segretario di Benedetto XVI in prima fila dietro i Gentiluomini di Sua Santità lungo il percorso tra le stanze affrescate del palazzo apostolico. “Il Papa l’altra volta mi ha autorizzato a sbagliare sul protocollo”, ha scherzato poi Renzi davanti ai fotografi al momento della stretta di mano iniziale con il Pontefice, che ha chiosato: “Non c’è problema”. “Questa volta – ha proseguito il premier – sua eccellenza mi ha spiegato bene cosa fare”. Seduti l’uno di fronte all’altro alla scrivania della biblioteca del Papa, alla seconda loggia del palazzo apostolico, i microfoni delle telecamere presenti hanno captato alcuni frammenti di uno scambio di battute iniziali. “L’altra volta mia figlia le portò il disegno del Papa vestito d’azzurro”, ha ricordato Renzi in probabile riferimento alla prima udienza privata che il premier ebbe a Casa Santa Marta, la residenza del Papa, il quattro aprile scorso, “sicché i fratelli le dissero: ma perché azzurro? Sembra il grande puffo più che il Papa”. Questa volta, di conseguenza, i figli del premier hanno deciso “niente disegni” per il Papa. E poi: “Il Presidente della Repubblica Napolitano”, ha detto ancora Renzi, “appena rieletto mi ha fatto una battuta, ma gliela dico dopo, quando rimaniamo da soli e sono usciti i fotografi”.



Le porte si sono poi chiuse e, dopo mezz’ora di colloquio a quattr’occhi, si sono riaperte per presentare al Pontefice argentino la delegazione italiana, a partire dalla moglie Agnese, tailleur nero, e i tre figli Francesco, Emanuele ed Ester. Il premier ha introdotto uno per uno i presenti, il “nuovo ministro degli Esteri” Paolo Gentiloni con moglie (“Da 35 giorni”, ha chiosato il titolare della Farnesina, “grazie per quello che sta facendo”, ha aggiunto), il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio e signora (“Loro hanno nove figli”, ha detto Renzi, “Avete vinto il campionato!”, ha commentato il Papa, “Anche la champions league”, ha chiosato il premier), e – oltre all'ambasciatore presso la Santa Sede Francesco Maria Greco, il consigliere diplomatico alla Presidenza del Consiglio Armando Varricchio e Alessia Cellitti del cerimoniale di Stato – il portavoce Filippo Sensi con moglie: “Loro hanno tre figli, nel campionato sono come noi”, ha commentato Renzi in riferimento ai suoi tre figli, ma “praticamente da nove mesi stiamo tutti i giorni insieme”, ha aggiunto indicando Sensi. Al momento dello scambio dei doni, Renzi ha regalato al Pontefice, in realtà poco incline all’alcol, una cassa di vin santo della valle del Chianti: “Tutto il vino d'Italia è buono, per carità, ma le abbiamo portato quello toscano... per la messa e non solo”. Jorge Mario Bergoglio ha regalato al premier la sua esortazione apostolica Evangelii Gaudium e la consueta medaglia dell'Angelo della pace: “Lei lavora per la pace”, ha commentato il Papa, e Renzi ha assicurato: “La lasciamo sulla scrivania”. Al momento di accomiatarsi, Renzi ha ringraziato “di cuore” il Papa, che lo ha ringraziato a sua volta per la visita, e, prima di lasciarlo uscire dalla biblioteca, gli ha sussurrato un’ultima raccomandazione all’orecchio. “Poi magari la cito senza dire la fonte”, ha commentato Renzi.



Nella sala del Tronetto, attigua alla biblioteca papale, il premier è stato invitato dal prefetto della Casa pontificia, mons. Georg Gaenswein, a seguire “la stessa cosa di prima”, cioè seguire i Gentiluomini di Sua Santità, come all’ingresso, per scendere all’ufficio del cardinale Parolin alla prima loggia. “Una processione laica”, ha commentato Renzi, che poi, nel percorso, ha raccontato a padre Georg un aneddoto di calcio.



All’una, infine, dopo un’ora con il segretario di Stato vaticano per un incontro sulle questioni bilaterali tra Santa Sede e Italia, Renzi ha lasciato il palazzo apostolico. Mancando, per un paio di minuti, il Papa stesso, che, conclusi gli appuntamenti pubblici della mattinata –l’incontro con la Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti e un’associazione francese fondata da Gabriel Rosset e impegnata con i senza tetto – è uscito, sul cortile di San Damaso, dove, sotto gli occhi del picchetto della Guardia svizzera che attendeva Renzi, è salito sulla consueta Ford Focus blu, con l'aiutante di camera che gli si è seduto accanto, per andare a pranzo nella sua residenza, a Casa Santa Marta. Poco dopo è uscito Renzi con famiglia e ministri al seguito e, salito sull'auto blu, ha lasciato il Vaticano. (Vatican Insider)

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