attualita

La nuova economia al servizio della società civile

Maurizio Ferrera
Pubblicato il 22-09-2020

In Europa due milioni di imprese attive nel non profit mentre la «finanza etica» orienta le scelte delle banche

Il capitalismo sta diventando insostenibile? È una domanda che molti si pongono a fronte del cambiamento climatico, del degrado ambientale, delle crescenti diseguaglianze, di forme irresponsabili di consumismo e di spreco. Si tratta però di una domanda malposta: è troppo generale. Mercato, concorrenza, proprietà privata non hanno nulla di intrinsecamente insostenibile. Del resto non è che l’intervento pubblico garantisca in quanto tale la sostenibilità, per non parlare dell’economia di piano di marca «socialista» (Chernobyl docet). Tutto dipende da regole, incentivi, e cultura.

I numeri

La sfera intermedia svolge anche un importante ruolo economico. In Europa ci sono circa due milioni di imprese attive nell’economia sociale, che rappresentano il10 per cento del totale e danno lavoro a 11 milioni di persone: il 6 per cento dei lavoratori dipendenti Ue. Le imprese sociali hanno due caratteristiche che le collegano direttamente all’agenda dei Sustainable development goals (Sdg). La prima è che, non ricercando il profitto in quanto tale, queste organizzazioni sono molto aperte alla ridefinizione dei propri obiettiviinrelazione al dibattito sulle sfide del futuro. Spesso si finanziano grazie a fondi espressamente dedicati al raggiungimento degli Sdg: lotta alla povertà, sviluppo locale, produzione e consumi responsabili, difesa dell’ambiente e contrasto ai fattori che determinano il cambiamento climatico. In secondo luogo la loro struttura e la loro modalità di funzionamento sono ispirate a logiche partecipative e inclusive nonché al principio della partnership, della formazioni di reti: modalità di azione espressamente raccomandate dal diciassettesimo obiettivo Sdg. Gli attori dell’economia sociale sono particolarmente attivi nella promozione di una delle chiavi di volta della sostenibilità: l’economia circolare.

Circolarità

Si tratta di un nuovo modo di impostare il ciclo «produzione-consumo-smaltimento» in risposta alla pressione crescente che le modalità tradizionali esercitano sulle risorse disponibili, l’ambienteeil clima. L’economia «lineare» si è tradizionalmente basata sullo sfruttamento intensivo di risorse, con alti tassi di «rifiuti» da smaltire. Nell’Unione europea ogni anno si usano quasi 15 tonnellate di materiali a persona, mentreogni cittadino Ue genera una media di oltre 4,5 tonnellate di rifiuti l’anno, di cui quasi la metà è smaltita nelle discariche. L’economia circolare si sforza invece di minimizzare i rifiuti attraverso il riciclo (riutilizzo, aggiustamento, rinnovo) dei materiali e dei prodotti esistenti. 

Transizione

È su questo fronte che le imprese sociali possono dare (stanno già dando) un contributo prezioso e pressoché esclusivo. Per quanto vivace e seriamente impegnata, l’economia sociale non può ovviamente essere sovraccaricata di compiti e aspettative. L’agenda Sdg richiede infatti il coinvolgimento delle istituzioni pubbliche e delle imprese private.

Gli ostacoli

La strada è irta di ostacoli politici. Il principale è l’enfasi sul corto periodo: un lascito di quello shareholder capitalism esclusivamente orientato alla massimizzazione di valore per gli azionisti, da un lato, e di quel modello di democrazia dei partiti, dominato dalla ricerca quotidiana del consenso, affermatosi negli ultimi decenni.Gli studio si la chiamano «tragedia dell’orizzonte corto», una sindrome che ci imprigiona nello status quo. È questo il nemico più insidioso. Nel suo piccolo, ma con grande vigore, l’economia sociale può aiutarci a combatterlo. (Buone notizie/Corriere della Sera

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA