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Italiani popolo di camminatori. “Il turismo riparte a piedi”

Lucio Luca La Repubblica
Pubblicato il 09-08-2020

Una guida per i nostri viandanti, ora più numerosi di quelli che scelgono il Cammino di Santiago

C’è un’Italia ricca di storia, tradizioni, religione, prodotti tipici di alta qualità e panorami mozzafiato che non aspetta altro di essere scoperta. E’ l’Italia dei piccoli comuni, oltre 5mila, vera e propria spina dorsale del Paese. La si può percorrere a piedi in un viaggio ideale – e, per chi se la sente, anche zaino in spalla e comode scarpe da trekking – lungo 15.400 chilometri che attraversano l’intera Penisola. Un viaggio raccontato nel rapporto “Piccoli Comuni e Cammini d’Italia” messo a punto da Symbola e dalla Fondazione Ifel con il patrocinio del Ministero dei Beni culturali.

L’atlante riunisce 44 diversi itinerari toccando 1435 Comuni (944 tra piccoli e piccolissimi) in tutte le regioni, dall’Alto Adige alla Sardegna, dall’Abruzzo alla Sicilia. Un percorso che dà l’opportunità di scoprire oltre duemila beni culturali e di degustare 179 produzioni Dop/Igp, l’86,6 % delle quali realizzate appunto nei piccoli comuni (quelli con meno di 5mila abitanti) che, in tutto, sono 5498 su un totale di 7914 e dunque rappresentano il 69,5% dei centri italiani.

Un tuffo nell’arte e nella storia d’Italia visto che in questi itinerari si incontrano borghi, fortezze, castelli, abbazie, santuari e monasteri, oltre che boschi, laghi e foreste. Anche in un periodo come quello che stiamo vivendo da mesi, insomma, la voglia di vacanze sicure può essere esaudita non allontanandosi troppo da casa, alla scoperta di tesori che molto spesso non sappiamo neanche di possedere.

Dal viaggio nella storia d’Abruzzo, che consente di passare per oltre 40 comuni in provincia dell’Aquila e di Pescara, ai vari tratti della via Francigena, che danno l’opportunità di immergersi nel territorio per provare a riviverlo con gli occhi dei pellegrini medievali. Ci sono cammini che attraversano l’Italia partendo fuori dai confini nazionali come la via Romea Germanica che dal Brennero giunge a Roma in un viaggio di 1.020 chilometri attraverso sei regioni. E itinerari regionali come il Sentiero Liguria che da Luni a Ventimiglia, attraversa tutta la regione lungo la costa, salendo per alcuni tratti sui pendii delle montagne.

Non mancano, ovviamente, gli itinerari religiosi come, solo per fare un esempio, la Via di San Francesco che ripercorre i principali luoghi e santuari della vita del Patrono d’Italia. Ma ci sono anche tracciati che raccontano una storia più recente, come quello di Santa Barbara, in Sardegna, che si snoda nella zona mineraria del Sulcis Iglesiente. E ancora il Cammino di San Giacomo in Sud Tirolo e il trekking del Santo in Sicilia. Da Nord-Sud, isole comprese, tanto per ricordare un celebre spot pubblicitario. Anche se — e questa è l’unica nota dolente — nel Mezzogiorno i percorsi indicati sono ancora troppo pochi rispetto alle reali potenzialità. E sarà questa una delle scommesse per il futuro dei promotori della ricerca: coinvolgere di più gli amministratori del Sud e, magari, preparare per i prossimi anni una guida ancora più ricca.

«Ormai gli italiani che scelgono di percorrere gli itinerari delle nostre regioni hanno superato quelli che affrontano il Cammino di Santiago di Compostela, probabilmente il più famoso al mondo — spiega il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci — E questo dà il senso del potenziale turistico e quindi economico che hanno i nostri territori. Quando, con Legambiente, presentammo la campagna “Voler bene all’Italia”, l’allora capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi trovò parole che restano attualissime: possiamo far ripartire il turismo e l’economia e competere in un mondo globalizzato se innoviamo senza indebolire la nostra identità. Insomma, solo se l’Italia fa l’Italia. Mai, come in questo momento di emergenza, la frase di Ciampi ci sembra in qualche modo profetica». La Repubblica 

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