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Frati Bolivia: Vicini al popolo che chiede pace e nuove elezioni

Francesco Bonaduce Ansa - Martin Alipaz
Pubblicato il 12-11-2019

Intervista al padre guardiano del convento San Francisco a Cochabamba in Bolivia

Prosegue la crisi boliviana. Il congresso ha nominato presidente ad interim la senatrice di opposizione Jeanine Anez, del partito Unidad Democratica, finora seconda vicepresidente del Senato. Il presidente uscente, Evo Morales, si è dimesso domenica scorsa, dopo le accuse di brogli alle ultime elezioni. 

Morales, dall'esilio in Messico, definisce la nomina "una autoproclamazione" e parla di "golpe subdolo e nefasto".

Anez è stata nominata presidente ad interim dai parlamentari della sua formazione politica e di alcuni altri gruppi. Lo riferisce il quotidiano El Deber, sottolineando che questo è avvenuto nonostante le sedute di Camera e Senato non abbiano raggiunto il quorum per l'assenza dei parlamentari del governativo Movimento al socialismo (Mas) che controllava i 2/3 delle due Camere.

Abbiamo raggiunto telefonicamente padre Juan Carlos Calderon, guardiano del convento di San Francisco, a Cochabamba, uno dei centri in cui si sono concentrate le proteste in Bolivia. 

Padre Juan, qual è la situazione al momento?

Credo che la gente già si sia tranquillizzata: la scorsa notte, prima che intervenisse l’esercito c’erano saccheggi e c’era molta incertezza. Poi è stato chiesto al capo delle forze armate di andare in difesa della popolazione. Questo ha fatto sì che la situazione si calmasse.
Ora stiamo in una pace “relativa”, fino a che non si risolva la questione del governo.

Che cosa chiede il popolo al nuovo governo?

Il popolo chiede pacificazione, più di ogni altra cosa. Si è creata una divisione tra cambas y collas (due diverse etnie, ndr.). Ci sono state divisioni, perché il governo era molto razzista e ha cominciato a dividere la società. Ora si chiede che questo venga sanato, curato, così che tutti abbiano pace e tranquillità. Noi appoggiamo questa richiesta di pacificazione, così che si possa vivere in tranquillità.

E la Chiesa, cosa chiede?

La Chiesa al momento non sta chiedendo nulla in via ufficiale. La vera richiesta sarà quella di una pacificazione e che si trovi un tribunale elettorale credibile, con persone valorose, accettate e che mostrino imparzialità nello svolgimento di nuove elezioni.

Cosa state facendo in concreto, per stare a fianco della gente?

In vari posti abbiamo appoggiato le persone che si ribellavano al governo, fornendo acqua e cibo. Abbiamo aiutato queste persone ad andare avanti. Ora la Chiesa sta pregando e chiedendo a più riprese che ci sia pace e tranquillità. E che una volta per tutte regni la concordia e la tranquillità nel Paese.

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