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Assemblea ecclesiale delle Chiese, lettura realista da approfondire

Domenico Paoletti
Pubblicato il 19-10-2019

È iniziata nella Chiesa parrocchiale di San Paolo a Foligno la due giorni di Assemblea ecclesiale della regione Umbria, sul tema “Perché la nostra gioia sia piena (1 Gv 1,4). L’annuncio di Gesù Cristo nella terra umbra”, come pratica di attuazione della sinodalità raccomandata da Papa Francesco al Convegno ecclesiale di Firenze nel 2015.

Nella chiesa progettata da Massimiliano Fuksas, l’arcivescovo presidente della CEU mons. Renato Boccardo introduce i lavori dell’Assemblea. L’intervento di saluto sottolinea l’importanza del dialogo, del confronto, dello scambio su convinzioni e pareri, anche diversi con l’attenzione all’ascolto reciproco in cui ciascuno ha qualcosa da imparare.

Al saluto è seguito il momento di preghiera con una breve lectio di padre Giulio Michelini ofm, preside dell’Istituto Teologico di Assisi, su Mt 13,44 (parabola del tesoro nascosto nel campo), invitando a riflettere su che cosa muove di più le nostre Chiese umbre: la gioia per la scoperta del Regno o la paura di perdere qualcosa?

La prima relazione del prof. Luca Diotallevi, ordinario di sociologia all’Università di Roma Tre, è entrata nel merito della realtà ecclesiale umbra grazie alla lettura illuminata e illuminante dei lavori preparatori pervenuti dalle otto chiese particolari della regione. Si tratta di un testo da leggere o rileggere attentamente (si trova sul sito http://www.chiesainumbria.it/ ) e non può essere ridotta a poche battute. Tra le linee prevalenti delle letture della realtà ecclesiale emerge una Chiesa in forte calo quanto al numero e alla partecipazione alla pratica della fede, e un’appartenenza ecclesiale debole e frammentata. Uno dei passaggi che fa riflettere: «… cammini, gruppi, tecniche, movimenti, uffici pastorali, ed una quantità di iniziative e di eventi sui quali si investe nella speranza di trovarvi la soluzione al problema della nuova evangelizzazione o ‘primo annuncio’, nella larga maggioranza dei casi non favoriscono lo sviluppo di una maturità umana e cristiana, ecclesiale e civile». Fra le provocazioni più rilevanti, è stato segnalato il silenzio sulla condizione in cui vivono le donne nelle Chiese particolari e nella società umbra, il disinteresse per il bene comune, il non apprezzamento per lo studio e per la formazione di cristiani adulti. 

I nodi problematici da affrontare e sciogliere riguardano lo sguardo: troppo stretto - troppo corto - troppo basso - che non scava abbastanza. Occorre dunque un discernimento compiuto con sguardo esteso in larghezza, lunghezza, altezza e profondità, che conduca a decisioni congruenti con tale rinnovamento di sguardo.  La relazione, durata quasi un’ora, è stata seguita con attenzione dall’Assemblea e conclusa con un interminabile applauso.

Nella seconda relazione mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara e vicepresidente della CEI, ha proposto una Chiesa missionaria dai molti volti attraverso immagini e suggestioni tratte anche dal suo ministero pastorale. Il vescovo teologo ha insistito sull’importanza di riconquistare lo sguardo “sintetico”, “occhi semplici” capaci di fare sintesi dell’insieme e scorgere segni di speranza. Forte la sottolineatura dell’importanza di una fede testimoniale. La Chiesa avrà futuro “se sarà la Chiesa di tutti i cristiani, di tutti i cristiani come testimoni”.  La coscienza cristiana testimoniale va formata nel corpo vivo della pastorale. Anche questa Relazione si trova sul sito della Chiesa in Umbria.


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