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Papa a Cuba, Beppe Giulietti: Francesco cerca una nuova sintesi

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

"Il mondo ha bisogno di riconciliazione, stiamo vivendo una terza guerra mondiale a pezzi...".

Chi davvero vuole comprendere le parole di Francesco ed il senso del suo viaggio a Cuba, dovrebbe partire  da questa riflessione e analizzare in profondità il messaggio che sta arrivando da L'Avana, come per altro ha fatto padre Enzo Fortunato nelle sue puntuali cronache delle scorse settimane.

La medesima immagine del Papa che celebra la messa, le migliaia e migliaia di fedeli che pregano e sperano con Lui, e a pochi metri il volto del Che, simboleggiano non la nostalgia per il passato, ma la voglia di costruire il futuro, magari insieme, provando a segretolare i muri dell'integralismo, dell'ateismo di stato, degli embarghi sbagliati e falliti.

Francesco non cerca la " Coincidentia oppositorum", per rubare la citazione al grande umanista Nicola Cusano, ma una nuova sintesi che parta dal comune riconoscimento della fine di un'epoca e dalla necessità di riunire le energie, per contrastare guerre e terrore, e le loro cause che spesso affondano nella miseria, nella privatizzazione dei beni essenziali, nella cattiva distribuzione delle risorse.

Per altro temi attualissimi in  quella America Latina, Argentina compresa, che il Papa conosce benissimo e ai quali ha dedicato,per decenni, la sua attenzione e la sua azione pastorale.

Chi pensa di ridurre le immagini della piazza de L'Avana al fotomontaggio tra Fidel Castro, Che Guevara e Francesco,non ha capito nulla della straordinaria novità che si sta consumando in questi giorni e che sprigionerà i suoi positivi effetti nel tempo.

Ci saranno ancora tensioni tra Obama e Castro, non mancheranno ulteriori violazioni  dei diritti di chi reclama a Cuba, libertà di opinione e di associazione e negli Stati Uniti si moltiplicheranno gli attacchi, da parte repubblicana, verso la " Cedevolezza" del presidente, ma il viaggio è ormai cominciato e sarà difficile fermare il convoglio del dialogo.

Le immagini trasmesse da Cuba risultano ancora più forti se accostate a quelle che arrivano dall'Ungheria, ai muri, ai fili spinat nel cuore dell'Europa, agli agenti che puntano gli idranti contro anziani e bambini.

Accoglienza, dialogo, capacità di superare i muri e gli schemi, simboleggiano l'evento di Cuba.

Odio, rancore, paura del diverso e dello " Straniero" segnano gli eventi europei di questi giorni.

L'atmosfera che si respira oggi all'Avana, sarà la stessa che si respirerà ad Assisi, in occasione del prossimo Cortile dei gentili; sarà un' occasione straordinaria per ascoltare voci di credenti e non credenti, impegnati nella costruzione di un percorso che tenti di fermare " La terza guerra mondiale a pezzi.."

Dal momento che Assisi e il suo Sacro Convento hanno spesso segnato le strade della profezia e della pace, questo  potrebbe essere anche l'avvio di una sorta di impegno comune per espellere dai cuori, dalle menti, dalle azioni, quei gesti e quelle parole segnati dalla violenza, dalla bestemmia, dalla ingiuria, dalla volontà di colpire l'umanità e la dignitá di chi é diverso da noi, per fede, colore della,pelle, condizione sociale.

Tutti insieme dovremmo imparare a dire Nohatespeech, per riprendere l'ultima campagna promossa dalla carta di Roma, perché non proviamo a fare partire questo messaggio e questo impegno quotidiano dalla piazza di San Francesco?

Beppe Giulietti, portavoce articolo 21.

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