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CUBA, DA ISOLA A PONTE

Enzo Fortunato
Pubblicato il 30-11--0001

È la persona il cuore del Vangelo ed è la persona che il Papa mette al centro della sua azione pastorale. Il pontefice è consapevole, per adoperare un'affermazione dello statista austriaco, Konrad Adenauer, che "viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma non tutti abbiamo lo stesso orizzonte". Il cielo è chiamato ad accogliere tanti orizzonti differenti e ricomporli nel mosaico di un'umanità molteplice e unita, una molteplicità e unicità che si può costruire solo se al centro c'è la persona e non gli interessi di parte. Questo vale per l'economia, per l'ambiente, per la società, ma soprattutto è un discorso che rivoluziona anche da dentro la chiesa stessa abituata a pensare per regole e canoni.



Fatemi osare: l'Argentino che stiamo ascoltando assomiglia molto all'Assisiate che ricostruisce la Chiesa, la società dal di dentro. In questo senso l'uno e l'altro manifestano un amore senza se e senza ma, per la chiesa e per l'uomo. L'America latina come cattedra di umanità.



Conclusi così un articolo dedicato al viaggio di Papa Francesco a Cuba. Oggi, quell'isola, propone un altro “ponte” con l’incontro tra papa Francesco e il Patriarca della chiesa ortodossa Russa, Kirill. E’ dal 1054 che le due professioni attendevano questo evento.

Tre questioni importanti sembrano aver portato a questo incontro ecumenico. La prima riguarda i conflitti in Medio Oriente trasformatisi ormai in una guerra globale. La seconda riguarda i ‘martiri cristiani’, tutti coloro che sono costretti a lasciare le proprie terre, provati di tutte le libertà, perfino di quella religiosa. Infine la questione legata all’ambiente che ha trovato il suo punto più alto con la pubblicazione della “Laudato Si’”, l’enciclica “verde” di Papa Francesco.




Ed è forse a monte di queste tre urgenze che Francesco e Kirill hanno sentito il dovere di questo incontro e ora, i nostri sguardi attoniti percepiscono e vivono un nuovo corso dettato dall’'incontro, dal dialogo e dal cammino. E sarà, infatti, un incontro di umanità e di cuori.  Dialogheranno, perché i 962 anni  che separano il 1054 dal 2016, saranno raccontati in un attimo, con una sola parola: Misericordia. Si perdoneranno, e sarà la più grande lezione che, un mondo ricco di conflitti, potrà ricevere. Cammineranno e anche se la pastorale lo porterà in Messico e l’altro nella sua missione a Cuba, simbolicamente, inizia un cammino che ci fa percepire la bellezza dello stare insieme.




Quello cominciato l’8 dicembre scorso è il primo Anno Santo ‘tematico’ della storia della Chiesa, dove vivere la ‘perdonanza’, dove fare dell’incontro con il prossimo uno stile di vita.

La comunità francescana del Sacro Convento di Assisi accompagna questo storico incontro con la preghiera sulla tomba di san Francesco.

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