Servire con il cuore di Cristo: la missione di vescovi, sacerdoti e diaconi

di Edoardo Scognamiglio

Papa Francesco, nell’udienza di mercoledì 26 marzo 2014, si è soffermato su due sacramenti in particolare: l’Ordine sacro e il Matrimonio. Li ha definiti due grandi vie attraverso le quali il cristiano può vivere la vita come un dono d’amore sull’esempio e nel nome di Cristo. Anche questi due sacramenti servono per far crescere la Chiesa, corpo del Signore.

Nella riflessione sull’Ordine sacro, scandito nei tre gradi di episcopato, presbiterato e diaconato, papa Francesco ha messo in risalto l’aspetto del servizio: chi è “a capo” di una comunità è chiamato a fare come Cristo, ossia a servire gli altri. Il monito è forte: «Un vescovo che non è al servizio della comunità non fa bene; un sacerdote, un prete che non è al servizio della sua comunità non fa bene, sbaglia» (Udienza del 26-3-2014, n. 1). L’unione con il Cristo, poi, deve far crescere nel cuore di vescovi, presbiteri e diaconi l’amore appassionato per la Chiesa. Per ultimo, ma non meno importante, chi è chiamato a stare a capo di una comunità deve ravvivare il dono del suo ministero con la preghiera, l’ascolto della Parola, con la celebrazione quotidiana dell’Eucaristia e con una frequentazione del sacramento della Penitenza.

Diversamente, si finisce inevitabilmente di perdere di vista il senso autentico del proprio servizio e la gioia che deriva da una profonda comunione con Gesù. Papa Francesco sembra dirci, senza giri di parole, che non siamo funzionari del Vangelo, né amministratori dei sacramenti: in noi opera Cristo stesso nella misura in cui siamo uniti a lui e ci lasciamo trasformare dal dono della sua grazia. Vescovi, sacerdoti e diaconi devono recuperare la dimensione interiore della fede e della propria esistenza che si esprime attraverso una spiritualità semplice, fatta di dialogo continuo e profondo con il Signore che ci parla. Papa Francesco sembra dire di no a una concezione attivista della vocazione sacerdotale ed episcopale. Prima di fare occorre essere in comunione con il Signore che ci ha chiamati. Anche un prete, come pure lo stesso vescovo, può smarrirsi e cadere in una profonda crisi spirituale e allontanarsi dal Signore e dalla sua stessa vocazione. Occorre educarsi a servire con il cuore di Cristo per amare appassionatamente la sua stessa Chiesa, il popolo santo di Dio.

«Il vescovo che non prega, il vescovo che non ascolta la Parola di Dio, che non celebra tutti i giorni, che non va a confessarsi regolarmente, e lo stesso il sacerdote che non fa queste cose, alla lunga perdono l’unione con Gesù e diventano di una mediocrità che non fa bene alla Chiesa. Per questo dobbiamo aiutare i vescovi e i sacerdoti a pregare, ad ascoltare la Parola di Dio che è il pasto quotidiano, a celebrare ogni giorno l’Eucaristia e andare a confessarsi abitualmente. Questo è tanto importante perché riguarda proprio la santificazione dei vescovi e dei sacerdoti» (ivi, n. 4).