Le visite dei pontefici

La comunità francescana conventuale di Assisi apprende con gioia la convergenza unanime sulla designazione di Lorenza Lei da parte del CDA a nuovo direttore generale RAI. Il direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, padre Enzo Fortunato dichiara: “Lorenza Lei, il primo direttore generale donna della storia RAI, con la sua competenza e la sua sensibilità darà spessore e qualità a sorella Rai. Lorenza Lei è donna sempre attenta ai valori cristiani e francescani le auguriamo tutta la pace e tutto il bene per il nuovo incarico a servizio del Paese”.
Pubblichiamo l'intervista che volle rilasciare per la nostra rivista sull'importanza dei valori cristiani
L'importanza dei valori cristiani
Vice direttore generale della Rai, Lorenza
Lei, bolognese, è sposata con un figlio.
Cristiana cattolica è in prima linea nella
gestione, scelta e organizzazione delle programmazioni
Rai. Un ruolo difficile che
ha una grande responsabilità perché si
confronta con la società che cambia, con
scelte politiche a volte difficili e con i valori
che da anni la televisione veicola nelle nostre
case, ma anche con i numeri, gli sponsor
e i conti che non quadrano mai. Un
ruolo importante che deve essere svolto in
modo coscienzioso ed attento. Dopo l'invito
a tutti i leader religiosi
fatto dal Papa per
i XXV anni dallo “spirito di Assisi”, l'intera
Rai si è mobilitata per organizzare la
diretta dell'evento che avrà una risonanza
mondiale con tutti gli obiettivi puntati
sulla città del Poverello. Da Vicedirettore
abbiamo voluto intervistarla per chiederle
cosa guida le sue scelte aziendali e come
si sta preparando a questo grande evento
di ottobre.
La televisione oggi come vive e trasmette
i valori cristiani e i valori che
appartengono alle diverse culture che
compongono la nostra società?
La domanda suggerisce l'idea che ci sia
uno stretto rapporto tra come la
televisione (intesa come chi
la fa) “vive” i valori e come
la televisione (cioè i programmi)
“trasmette” i
valori. Sono d'accordo,
il rapporto c'è, ma non
è un passaggio semplice.
In mezzo ci sono una serie di
parametri industriali, di leggi
e di regole, il che ovviamente
non vuol dire che non ci siano
politiche “interne” che devono
essere rispettate, che siano
riconducibili all'identità
di un'Azienda. Credo che la
televisione debba raccontare
quanto avviene intorno a
noi ed aiutarci a capire e a
rispettare i valori dell'essere
umano, l'importanza
dei valori cristiani e del
rapporto tra le diverse culture. Fa parte
dei valori cristiani la tolleranza per il
diverso da sé, il rispetto per gli altri, così
come questi valori fanno parte della
società civile. Penso che la televisione,
ed in particolare la RAI, debba essere
espressione dei valori culturali della nostra
società, è qui che il sistema televisivo
trova i propri punti di riferimento.
È in particolare la televisione di servizio
pubblico, che deve ricoprire con consapevolezza
e coerenza un ruolo che va
oltre alle logiche proprie dell'industria
televisiva di carattere commerciale.
Certo, i conti devono essere in ordine,
ma ovviamente non basta. La televisione
di servizio pubblico deve essere
riconducibile a regole etiche ed estetiche
condivise, quelle regole valoriali
che costituiscono l'humus culturale di
una società. L'offerta televisiva oggi è
estremamente articolata, differenziata,
RAI offre anche una serie di programmi
di carattere religioso, sia televisivi
che radiofonici, frutto degli accordi con
la CEI, il Centro Televisivo Vaticano e
con le Istituzioni che rappresentano le
altre religioni riconosciute in Italia. Un
aspetto che voglio sottolineare è che
almeno parte del potere, è nelle mani di chi ha il telecomando. Avere criteri
di scelta chiari è sempre più importante:
sia per chi fa la televisione, sia per il
pubblico televisivo.
Lo “spirito di Assisi” è il dialogo. In
televisione si assiste spesso a scontri.
Come poter portare un po' dello “spirito
di Assisi” nei circuiti televisivi? È una
sfida persa in partenza?
Non esistono sfide perse in partenza,
esistono invece sfide che vanno rilanciate
fino a quando sono vinte. La tolleranza
e il rispetto sono elementi fondanti
della nostra società. Negli ultimi
anni abbiamo assistito all'evoluzione
di un nuovo modo di stare in televisione,
che sposta il terreno del confronto
delle idee e delle opinioni su un piano
muscolare, che punta a togliere tempo
a disposizione, a “rubare” la scena all'interlocutore,
che quindi viene vissuto
come nemico. Adesso si sta cercando
di ovviare, togliendo l'audio a chi non
rispetta le regole della trasmissione e
anche grazie al fatto che sempre più, il
pubblico capisce che dietro all'arroganza
e alla violenza verbale, si nascondono
l'insicurezza e l'incapacità, la mancanza
di argomenti. Un aspetto che voglio sottolineare
però è che almeno parte del
potere sta nelle mani di chi ha il telecomando.
Avere criteri di scelta chiari
è sempre più importante: sia per chi fa
la televisione, sia per il pubblico televisivo.
Comunque lo “spirito di Assisi”
Come la RAI si sta preparando a quello
che sarà uno dei maggiori eventi a
livello planetario del 2011, l'incontro
religioso dove le TV di tutto il mondo si
stanno già accreditando?
Per ora posso anticipare che a partire
da aprile RAI Uno proporrà una rubrica
dedicata all'evento il sabato mattina alle
9.55 che sarà curata da Roberto Olla,
con la collaborazione di padre Enzo
Fortunato, che ci accompagnerà fino al
27 ottobre per l'incontro religioso che si
svolgerà ad Assisi alla presenza di papa
Benedetto XVI.
Cosa rappresentano per lei le figure di
san Francesco e di santa Chiara, considerando
anche che quest'ultima è patrona
della televisione?
In questo momento sto pensando che,
quando oltre 60 anni fa Papa Pio XII
proclamò santa Chiara di Assisi patrona
della Televisione, non aveva scelto una
donna per caso, e mi tornano in mente
anche le parole del Cardinal Bertone,
dette proprio ad Assisi: «L'esempio di
santa Chiara, ci aiuti a riscoprire
la dignità della persona e valori come la famiglia,
la vita, l'educazione dei giovani».
Insomma un buon punto di riferimento
per chi fa televisione, no? Una forte
motivazione per chi fa il mio mestiere
è la consapevolezza del nostro ruolo
nella società, della funzione di servizio
per gli altri. È una grande responsabilità.
È chiaro quindi che, soprattutto
in alcuni momenti, è importante avere
alcune figure di riferimento, che ci
aiutano a ritrovare forza ed energia, la
voglia di andare avanti senza lasciarsi
demoralizzare dalle difficoltà. Penso
che figure di santi come Francesco e
Chiara siano una grande ricchezza che
ci è stata donata. Una ricchezza inesauribile.
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