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Attualità/Giorgio Napolitano visita la moschea di Roma'Grande attenzione alla primavera araba'

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001



Si devono rafforzare le relazioni tra Islam e Occidente, l'Italia pone grande attenzione ai nuovi governi che si formano nei Paesi della primavera araba. E' quanto ha affermato stamani il presidente italiano, Giorgio Napolitano, al termine della sua visita al Centro culturale islamico d'Italia e alla grande moschea di Roma.


La visita del presidente Napolitano alla grande moschea di Roma è “un segno di attenzione ai musulmani d'Italia” e anche alla cultura della convivenza. La cupola della moschea tra le cupole di Roma – ha detto il ministro per la Cooperazione internazionale e l'integrazione, Andrea Riccardi - mostra la bellezza del vivere insieme:
La comunità musulmana in Italia non è un meteorite caduto sulla nostra terra, estraneo o minaccioso. La moschea, a partire dalla sua architettura, è rivelatrice di come avviene l'incontro: un'integrazione tra tradizione musulmana e cultura italiana. Questa moschea, la più grande d'Europa, è una presenza nuova, ma tutt'altro che stonata e la sua cupola particolare si inserisce tra le altre cupole di questa città. Una città che accoglie, unisce, costruisce nuove prospettive, non solo architettoniche e urbanistiche, ma nuove prospettive umane e culturali. Gli edifici religiosi di Roma non sono giustapposti, né si ergono nell'ignoranza reciproca. Questa moschea mostra plasticamente il profilo plurale del nostro Paese e addita una via: la via dell'integrazione nella differenza”.


La "primavera araba" – ha aggiunto il ministro Riccardi – mostra che la convivenza e il vivere insieme fioriscono nella libertà:
“Questa moschea avvicina l'Italia alla civiltà della riva Sud del Mediterraneo. Qualcuno aveva previsto uno scontro tra Occidente e islam. Gli attentati di quel terribile 11 settembre 2001 sembravano consegnare il nostro mondo alla tensione, al conflitto con l'islam. Ma dieci anni dopo, nel 2011, la rinascita araba, la 'primavera araba', ha disegnato un nuovo scenario in nome della libertà. La convivenza fiorisce nella libertà e le ragioni della convivenza sono più forti. Sono le ragioni di cui il nostro tempo, globale e complesso, ha davvero bisogno, al di là delle semplificazioni, e degli estremismi”.
Esprimendo profonda gratitudine per la visita di Napolitano alla grande moschea di Roma, il presidente del Consiglio di amministrazione del Centro islamico culturale d'Italia, Saleh Mohammed al Ghamdi, ha espresso l'auspicio che venga approfondita la via del dialogo e della comprensione reciproca:


“Auspichiamo un sempre maggiore coordinamento, dialogo, comprensione reciproca e collaborazione tra il Centro islamico e i centri culturali e di aggregazione sociale italiani e, conseguentemente, un crescente avvicinamento tra i musulmani d'Italia, la loro società italiana, le istituzioni pubbliche e private e i centri culturali del Paese”. Rivolgendosi al presidente Napolitano, il segretario generale del Centro islamico culturale d'Italia, Abdellah Redouane, ha affermato che l'interesse verso l'islam deve essere accompagnato anche da una migliore conoscenza del mondo islamico: “Signor presidente, dall'inizio del terzo millennio, l'islam ha spesso occupato come tema, e non come religione, un immenso spazio dei dibattiti. Ma tale crescente interesse non si è tradotto in una migliore conoscenza. Anzi, una buona parte dell'informazione in circolazione è impregnata di connotazioni negative, che hanno nutrito sospetto e paura e non hanno aiutato a costruire un cammino di convivenza serena e di integrazione positiva. Per integrazione positiva, si intende non cancellare, e neppure negare, le radici culturali e religiose d'origine. E nello stesso tempo, significa aprirsi ai valori universali consolidati da un sano clima di democrazia e di libertà”.


Ricordando che dal 2003 al 2010 i musulmani in Italia sono passati da 600 mila ad oltre un milione e 200 mila, Abdellah Redouane ha poi sottolineato che, in una società sempre più multiculturale e multireligiosa, non si può prescindere da una buona governance: “Quando si parla di immigrazione, non dobbiamo legare sistematicamente questo fenomeno all'islam, altrimenti l'islam rischia di diventare una religione solo di stranieri e, dunque, estranea. I cittadini italiani musulmani sono decine di migliaia e, giustamente, non si identificano con gli immigrati, ma condividono con loro il credo. In un mondo globalizzato, le società saranno sempre di più pluriculturali e multireligiose. Oggi, come nel futuro, gestire la diversità nell'armonia e nella serenità sarà un criterio di misura della buona governance. Così, mi permetto di interpretare la visita del presidente, Giorgio Napolitano, come un gesto evidente di questo spirito”.


Giorgio Napolitano è il terzo presidente che ha visitato la grande moschea di Roma. Nel 1984, Sandro Pertini visitò la moschea per la posa della prima pietra del nuovo luogo di culto e successivamente, nel 1995, l'allora Capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro, partecipò all'inaugurazione. Nel corso della visita, il presidente Napolitano, è stato fermato da una donna tunisina che ha chiesto al capo di Stato italiano di aiutarla ad avere notizie del figlio, di cui ha perso le tracce, immigrato dalla Tunisia e giunto in Italia.di Amedeo Lomonaco Radio Vaticana

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