Speciale Papa Francesco

Papa Francesco e la benedizione a Frate Leone

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Roma- 26 maggio 2013, Prima visita pastorale ad una parrocchia romana per papa Francesco: questa mattina il Santo Padre ha lasciato in elicottero il Vaticano per raggiungere la parrocchia dei Santi Elisabetta e Zaccaria a Valle Muricana (Prima Porta), una chiesa di recente costruzione nel settore nord della diocesi. Dopo l’incontro con gli ammalati e le famiglie con bambini battezzati nel corso dell’anno, sul piazzale antistante la chiesa parrocchiale, il Santo Padre ha celebrato l’Eucaristia, amministrando il Sacramento per la prima volta a sedici bambini e distribuendolo ad altri 28. Ed una benedizione francescana per il papa: al termine della celebrazione, ricordando la richiesta di preghiera di papa Francesco dalla Loggia delle Benedizioni subito dopo l’elezione al soglio, il 13 marzo, i bambini hanno voluto cantare, in preghiera per il Papa, la benedizione di Frate Francesco a Frate Leone: “Benedicat tibi Dominus et custodiat te; ostendat faciem suam tibi et misereatur tui. Convertat vultum suum ad te et det tibi pacem. Dominus benedicat te.” ("Il Signore ti benedica e ti custodisca, mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te. Rivolga verso di te il suo sguardo e ti dia pace. Il Signore benedica te, frate Leone." E' questa la benedizione che San Francesco di suo pugno ha scritto per Frate Leone). Papa Francesco ha accolto la preghiera con il capo chino e subito dopo si è fermato con i bambini, offrendo loro una piccola catechesi sulla benedizione: “Ogni cristiano può benedire. Cosa vuol dire benedire? “Dire bene”!”

Ai parrocchiani, che nella lettera di saluto del parroco don Benoni Ambarus si sono definiti “sentinelle” della città, il papa ha detto: “le periferie hanno un senso positivo, perché la realtà la si capisce meglio non dal centro, ma dalle periferie”. Il papa ha anche ricordato il suo segretario, mons. Alfred Xuereb, che celebra oggi 29 anni di Ordinazione sacerdotale: “Preghiamo per lui – ha esortato - e chiediamo almeno altri 29 anni!” A concelebrare la Messa, il cardinale vicario per la diocesi di Roma, Agostino Vallini, e il vescovo ausiliare del Settore nord, Guerino Di Tora.

Nell’omelia sulla SS. Trinità, papa Francesco ha parlato della sollecitudine verso la cugina Elisabetta: “E’ andata ad aiutare. E la Madonna è sempre così. E’ la nostra Madre, che sempre viene in fretta, quando noi abbiamo bisogno”. “Non si dimentica – ha detto - dei suoi figli. E quando i suoi figli sono nelle difficoltà, hanno un bisogno e la invocano, Lei in fretta va. E questo ci dà una sicurezza, una sicurezza di avere la Mamma accanto, al nostro fianco sempre”. Sulla Santissima Trinità ha spiegato: “Questa è la vita cristiana: parlare con il Padre, parlare con il Figlio e parlare con lo Spirito Santo” e, parlando dell’Eucaristia, ha spiegato che è dal pane Eucaristico, dalla comunione con Gesù che il cristiano riceve la forza “la forza per camminare”. E ha concluso: “Il Padre ci ha dato la vita, Gesù ci ha dato la salvezza, ci accompagna, ci guida, ci sostiene, ci insegna. Lo Spirito Santo? Cosa ci dà lo Spirito Santo? Ci ama! Ci dà l’amore”. Prima di rientrare in Vaticano per la recita dell’Angelus, il Santo Padre si è fermato a lungo con i collaboratori e le famiglie della parrocchia e ha lasciato in dono al parroco un calice. (Roberta Leone)

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