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Santi subito!

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001

Un rapporto speciale legava il Santo Padre, Giovanni Paolo II, a san Francesco. Egli, infatti, è venuto pellegrino in Assisi per ben 6 volte. Viene perciò spontaneo, soprattutto da parte dei frati del Sacro Convento, notare le numerose somiglianze che caratterizzano l'evento della canonizzazione di entrambi.

INTERCESSORI PRESSO DIO

Tutti e due, al momento della morte, non sono stati considerati padri da piangere e da suffragare con la preghiera, ma, a voce di popolo, sono stati ritenuti già gloriosi tra i santi e intercessori presso Dio.
Frate Elia, nell'annunciare all'Ordine Francescano la morte di san Francesco, di cui era vicario, scriveva tra l'altro: “Perciò non vogliate, fi gli e fratelli miei, abbandonarvi ad una tristezza eccessiva [...]. Noi, infatti, mentre siamo nella pienezza della nostra vita siamo nella morte, lui invece e passato dalla morte alla vita. [...] (FF. 308). L'allora cardinale Ratzinger, concludendo la splendida omelia della messa funebre per il “nostro compianto ed amato papa Giovanni Paolo II” diceva: «Possiamo essere sicuri che il nostro amato Papa sta adesso alla fi nestra della casa del Padre, ci vede e ci benedice. Sì, ci benedica, Santo Padre. [...]».

L'AMICIZIA

Entrambi, Francesco e Giovanni Paolo II, nella loro vita hanno goduto dell'amicizia di un cardinale, che poi, divenuto Papa e rispondendo alle unanime richieste dei fedeli, li ha elevati agli onori degli altari.
Il cardinale Ugolino dei Conti di Segni circondò Francesco di grande affetto e stima. Divenuto papa col nome di Gregorio IX non solo volle canonizzare Francesco dopo meno di due anni dalla morte (16 luglio 1228), ma fu il promotore e l'artefi ce delle basiliche assisane, che avrebbero custodito il sacro corpo di san Francesco. Benedetto XVI, collaboratore per oltre 25 anni, amico personale ed estimatore di Giovanni Paolo II, di cui ha potuto costatare quasi quotidianamente la vita santa, pur rispettando l'iter per la causa dei santi, dopo appena 6 anni, ha la gioia di iscriverlo nell'albo dei beati.

IL MESSAGGIO D'AMORE

Francesco d'Assisi e Giovanni Paolo II, ciascuno nel suo tempo, hanno proposto un messaggio di amore e di speranza al mondo. “E veramente Francesco non viveva più ormai per se stesso, ma piuttosto per Cristo, che è morto per i nostri peccati ed è risuscitato per la nostra giustifi cazione, affi nché non serviamo più al peccato in nessun modo” (FF. 2723). “L'amore di Cristo fu la forza dominante nel nostro amato Santo Padre; chi lo ha visto pregare, chi lo ha sentito predicare, lo sa” (Omelia nella messa funebre di Giovanni Paolo II).
Giovanni Paolo II col suo invito, gridato in ogni luogo: “aprire le porte a Cristo” ha voluto indicare anche Francesco come riferimento e via maestra per gli uomini del nostro tempo proponendo inoltre Assisi quale luogo speciale della preghiera, del dialogo tra i popoli e le religioni, e della promozione della pace. Due “Santi subito!”, dunque, per nostra consolazione e speranza! Grazie Santo Padre Benedetto XVI, pellegrino in Assisi, sullo stile del tuo Grande Amico, Giovanni Paolo II, ti attendiamo nella casa di Francesco, dove ti accoglieremo con lo stesso calore e con lo stesso entusiasmo.

di Giuseppe Piemontese
Custode del Sacro Convento


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