Santi subito!
Un rapporto speciale legava il Santo
Padre, Giovanni Paolo II, a san Francesco.
Egli, infatti, è venuto pellegrino
in Assisi per ben 6 volte. Viene perciò
spontaneo, soprattutto da parte dei
frati del Sacro Convento, notare le
numerose somiglianze che caratterizzano
l'evento della canonizzazione di
entrambi.
INTERCESSORI PRESSO DIO
Tutti e due, al momento della morte, non
sono stati considerati padri da piangere e
da suffragare con la preghiera, ma, a voce
di popolo, sono stati ritenuti già gloriosi tra
i santi e intercessori presso Dio.
Frate Elia, nell'annunciare all'Ordine
Francescano la morte di san
Francesco, di cui era vicario, scriveva
tra l'altro: “Perciò non vogliate, fi gli
e fratelli miei, abbandonarvi ad una tristezza
eccessiva [...]. Noi, infatti, mentre
siamo nella pienezza della nostra vita
siamo nella morte, lui invece e passato
dalla morte alla vita. [...] (FF. 308).
L'allora cardinale Ratzinger, concludendo
la splendida omelia della messa
funebre per il “nostro compianto ed
amato papa Giovanni Paolo II” diceva:
«Possiamo essere sicuri che il nostro amato
Papa sta adesso alla fi nestra della casa del
Padre, ci vede e ci benedice. Sì, ci benedica,
Santo Padre. [...]».
L'AMICIZIA
Entrambi, Francesco e Giovanni Paolo II,
nella loro vita hanno goduto dell'amicizia
di un cardinale, che poi, divenuto Papa e
rispondendo alle unanime richieste dei fedeli,
li ha elevati agli onori degli altari.
Il cardinale Ugolino dei Conti di Segni
circondò Francesco di grande affetto
e stima. Divenuto papa col nome di
Gregorio IX non solo volle canonizzare
Francesco dopo meno di due anni
dalla morte (16 luglio 1228), ma fu il
promotore e l'artefi ce delle basiliche
assisane, che avrebbero custodito il
sacro corpo di san Francesco.
Benedetto XVI, collaboratore per oltre
25 anni, amico personale ed estimatore
di Giovanni Paolo II, di cui ha potuto
costatare quasi quotidianamente la
vita santa, pur rispettando l'iter per la
causa dei santi, dopo appena 6 anni,
ha la gioia di iscriverlo nell'albo dei
beati.
IL MESSAGGIO D'AMORE
Francesco d'Assisi e Giovanni Paolo II,
ciascuno nel suo tempo, hanno proposto un
messaggio di amore e di speranza al mondo.
“E veramente Francesco non viveva più ormai
per se stesso, ma piuttosto per Cristo, che è
morto per i nostri peccati ed è risuscitato per la
nostra giustifi cazione, affi nché non serviamo
più al peccato in nessun modo” (FF. 2723).
“L'amore di Cristo fu la forza dominante
nel nostro amato Santo Padre; chi lo ha
visto pregare, chi lo ha sentito predicare, lo
sa” (Omelia nella messa funebre di Giovanni
Paolo II).
Giovanni Paolo II col suo invito, gridato
in ogni luogo: “aprire le porte a
Cristo” ha voluto indicare anche Francesco
come riferimento e via maestra
per gli uomini del nostro tempo proponendo
inoltre Assisi quale luogo
speciale della preghiera, del dialogo
tra i popoli e le religioni, e della promozione
della pace.
Due “Santi subito!”, dunque, per nostra
consolazione e speranza!
Grazie Santo Padre Benedetto XVI,
pellegrino in Assisi, sullo stile del tuo
Grande Amico, Giovanni Paolo II, ti
attendiamo nella casa di Francesco,
dove ti accoglieremo con lo stesso calore
e con lo stesso entusiasmo.
di Giuseppe Piemontese
Custode del Sacro Convento
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