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Giovanni Paolo II ad Assisi - Il presidente della provincia di Perugia

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001



La visita del Santo Padre ad Assisi nel prossimo ottobre, costituisce evento di portata internazionale che spinge sempre più le istituzioni a difendere e preservare i valori che la Terra del Santo esprime come messaggio, che partendo da Assisi si irradia nel mondo.
Ravviso nell'imminenza della visita di Papa Ratzinger una continuità, non solo ideale, con le presenze di Giovanni Paolo II che in ben sei occasioni onorò l'Umbria e la comunità di Assisi con visite ed eventi che lasciarono un segno profondo nella storia degli uomini e delle nazioni.
Si rinnova in me l'emozione di un giovane cattolico ventenne che ebbe nel 1982 il privilegio di acclamare insieme a tanti giovani Papa Giovanni che sostò a Perugia prima di raggiungere Assisi.
E come dimenticare poi quelle scene che la televisione portò nelle case del mondo ed i colori di un tramonto che sembrò congiungersi in preghiera con le massime autorità religiose di numerosissime nazioni. In quell'occasione il Papa ricordò di essere venuto in Umbria, per pregare insieme con i rappresentanti religiosi di tutto il mondo e, aggiunse che nel suo itinerario pastorale non poteva mancare una sosta nella città di Perugia che ”come una delle chiese particolari più antiche e più vicine a Roma, ricca di tradizioni cristiane e di memorie storiche, occupa un posto speciale nel pensiero e nel cuore del Papa”.
Poi il festoso suono delle campane di Assisi ricordò che proprio in quella città, come vuole una tradizione, San Francesco ottenne da Onorio III l'indulgenza della Porziuncola, che era ed è tutt'ora segno di perdono e pace vera. Pensai allora che la paterna figura di quell'uomo possedeva i crismi di una Santità, anche perché accomunare tante fedi nel sublime esercizio della preghiera mi si configurò come la testimonianza e la sostanza di un miracolo.
Oggi mi unisco alle espressioni di padre Giuseppe Piemontese custode del Sacro Convento che afferma di aver sperato questo ritorno “per ridare slancio alla modalità fondamentale per promuovere la pace, cioè la preghiera di cristiani e di uomini di fede appartenenti a tutte le religioni del mondo.
La recrudescenza delle persecuzioni in particolare verso i cristiani, rende più urgente la preghiera comune e la responsabilità di ciascuno. Si può dire che San Francesco, grande “diplomatico” simbolo di pace e fratellanza fra i popoli, in ogni istante della sua vita ha vissuto, predicato e promosso la pace. Il Santo di Assisi sosterrà gli uomini di buona volontà ancora una volta ad ispirare pensieri e azioni di pace”.

Marco Vinicio Guasticchi
Presidente Provincia di Perugia

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