Cattedra di pace
La città di san Francesco ha vissuto e ha
proposto al mondo, nonché agli stessi
francescani, momenti di particolare intensità
storica, religiosa, civile e sociale.
In questo suo esistere, fondamentali
sono state le figure dei papi, iniziando
da Gregorio IX, in visita per la prima
volta ad Assisi il 26 maggio 1228. Vi tornò
pochi mesi dopo, il 16 e il 17 luglio,
quando canonizzò san Francesco e poi
benedì personalmente la prima pietra
dell'erigenda chiesa sepolcrale, ad ovest
della città. Nel 1235 è ancora Gregorio
IX a consacrare l'altare che Giovanni
Paolo II definirà “cattedra di Pace”.
Da allora, fino ad oggi, diciassette sono
stati i papi che hanno voluto soffermarsi
a pregare e ad affidare l'umanità a
san Francesco.
Ma è evidente che fu Giovanni Paolo
II, da quella sua prima tappa, nel 1978
a voler indicare con forza alla Chiesa,
all'Italia, al mondo, la straordinaria ricchezza
del nostro Fondatore.
Con gli incontri del 1986, del 1993 e del
2002, in particolari e drammatici momenti
della storia, Giovanni Paolo II ha
operato una scelta ben precisa: la ricerca
di Pace nel contesto più appropriato
per arrivare al cuore dell'uomo e della
società.
Una domanda sorge spontanea: perché
ritrovarsi in Assisi, perché pregare per
la Pace? Credo perché il Santo d'Assisi
è una figura universalmente amata
da credenti e non credenti, da poveri
e ricchi, da giovani e anziani. Ma soprattutto
perché Francesco è capace di
parlare, di edificare, di orientare senza
offendere, e, in particolare, di parlare
con la vita. Ed è vero che il Papa, indicando
Assisi, portandoci ad Assisi, ci ha
spinto a immedesimarci in Francesco,
nei suoi sentimenti, nella sua visione
del mondo, degli uomini, dei problemi,
e a farlo con la vita e non con le parole.
Ad essere cioè, esistenzialmente, uomini
di pace.
di Marco Tasca
Ministro Generale OFM Conv
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