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4° VISITA - 9/10 GENNAIO 1993 - Giornata di preghiera per la pace in Bosnia Erzegovina

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001



Incontro con la Delegazione Islamica.

Cari fratelli e amici Musulmani, 1. Forse si può affermare che nessun altro Santo della Chiesa ha cantato lodi di pace e di fratellanza universale fra tutti i fi gli di Dio come san Francesco d'Assisi. Siamo riuniti qui, nella città in cui è nato ed è morto, per implorare la pace per i popoli del continente Europeo e in particolar modo per le regioni dei Balcani. Desidero ringraziare voi, emeriti capi della comunità Islamica in Europa per aver accettato l'invito a partecipare a questa Giornata di Preghiera. Abbiamo pregato, e speriamo ardentemente che il 1993 sia un anno di pace ovunque anche in quelle regioni del mondo in cui vi sono confl itti. 2. Dalle testimonianze offerte ieri sera abbiamo ascoltato quanto grandi siano le sofferenze della gente nelle regioni dei Balcani affl itte dalla guerra. L'aspetto più tragico di quella guerra, così come di qualunque guerra, è il fatto che coloro che stanno soffrendo di più sono civili – genitori, anziani, donne, bambini – persone che vogliono semplicemente occuparsi delle proprie famiglie, svolgere il proprio lavoro, vivere e assolvere ai doveri religiosi in pace. [...] 3. Ci siamo riuniti tutti insieme per porci di fronte a Dio Onnipotente umili e imploranti. Alle nostre preghiere abbiamo aggiunto il digiuno. Possiamo non vedere in questo un duplice segno che sperimentiamo la nostra debolezza e che siamo aperti all'aiuto divino? Le nostre preghiere per la pace includono la supplica che anche noi possiamo essere rafforzati per agire sempre come artefi ci di pace. A questo riguardo l'esortazione del Concilio Vaticano II affi nché i Cristiani e i Musulmani operino insieme è tuttora valido: “difendere e [...] promuovere insieme, per tutti gli uomini, la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà” (Nostra aetate, n. 3). Di nuovo vi assicuro che la Chiesa Cattolica aspira ed è pronta a continuare a cooperare con i Musulmani in questi diversi ambiti. [...] La vostra presenza ad Assisi in questa occasione riveste un grande signifi cato: essa proclama che l'autentica fede religiosa è una fonte di comprensione reciproca e di armonia e che solo la distorsione del sentimento religioso conduce alla discriminazione e al confl itto. Usare la religione come pretesto per l'ingiustizia e per la violenza è un abuso terribile che deve essere condannato da tutti coloro che credono veramente in Dio. 4. Siete venuti da vari Paesi d'Europa per partecipare a questa Giornata di Preghiera. Siete venuti perché desiderate pace e giustizia per tutti i popoli che vivono in questo continente. Voi siete preoccupati, come del resto i cristiani, per forme di razzismo e di intolleranza etnica che sembrano aumentare. Questi sono mali, e noi, che crediamo in Dio e vogliamo compiere la sua volontà, dobbiamo vigorosamente condannarli sempre e ovunque essi si manifestano nel mondo. Fin quando i credenti non saranno uniti nel rifi utare le politiche di odio e discriminazione, e nell'affermare il diritto alla libertà culturale e religiosa in tutte le società umane, non potrà esserci pace autentica. Nel ringraziarvi per la vostra presenza, colgo l'occasione di offrire a voi e alle comunità islamiche che voi rappresentate i miei migliori auguri nella preghiera. [...]

CRONACA DELLA GIORNATA

I rappresentanti delle Chiese Cristiane sono arrivati ad Assisi nella giornata di venerdì e sabato la città si è svegliata con un'aria diversa, tra migliaia di pellegrini giunti da molte parti d'Europa e centinaia di giornalisti da tutto il mondo. Alle 17,00 l'elicottero che ha trasportato il Santo Padre è atterrato nel piazzale adiacente l'Istituto Serafico. Il Papa, nella Sala ‘Frate Elia' del Sacro Convento, ha incontrato i rappresentanti delle Comunità ecclesiali, delle altre Chiese Cristiane e delle altre religioni. L'esperienza più emozionante è stata la Veglia di preghiera iniziata alle 20 nella chiesa superiore di san Francesco alla presenza di circa 1.000 persone, mentre 3.000 assistevano nella chiesa inferiore tramite dei maxischermi e, all'esterno, oltre 5.000 giovani. A seguire una processione ha portato i fedeli nelle chiese in cui la veglia è proseguita per tutta la notte. Alle 10,00 di sabato la Solenne Concelebrazione nella chiesa superiore, con i rappresentanti delle Conferenze Episcopali d'Europa e con i Vescovi dei Paesi Balcani. È seguita poi la recita dell'Angelus Domini dalla Loggia esterna del Sacro Convento. Prima di pranzo, nel refettorio del Sacro Convento, il Papa ha incontrato le autorità civili di Assisi e successivamente il Presidente della Repubblica Italiana e i Presidenti di Camera e Senato. Alle 15,30 un lungo momento di preghiera personale presso la Tomba e l'incontro con la comunità del Sacro Convento. Alle 16,00 in occasione dell'VIII centenario della nascita di santa Chiara, il Papa visita le Clarisse: un breve discorso nella Basilica dedicata alla Santa e poi il ritorno all'elicottero che lo ha riportato in Vaticano.

IL CONFLITTO IN BOSNIA ERZEGOVINA di Orazio La Rocca

È il 1991 quando esplode il confl itto in Bosnia- Erzegovina in seguito al disfacimento dell'ex Jugoslavia. Le ostilità iniziano dopo la dichiarazione di indipendenza della Bosnia, una delle sei repubbliche jugoslave che punta all'autonomia. I serbi della Bosnia si oppongono alla secessione, e Belgrado invia le truppe jugoslave. Seguono tre anni di guerra tra bosniaci-croati, da una parte, e serbi sostenuti da Belgrado, dall'altra, con durissimi scontri, violenze e cosiddette pulizie etniche con migliaia di morti, in gran parte musulmani. Sarajevo per mesi è martirizzata da cecchini e bande armate che massacrano civili e militari.

I NUMERI
In 43 mesi di confl itto, i morti furono 250 mila. Ma le vittime furono molte di più. Senza dimenticare i feriti, gli orfani ed i dispersi, disseminati in 43 fosse comuni. Secondo il capo dei musulmani ulemi di Sarajevo, H. Jacob Selimoski – che alla veglia di Assisi del ‘93 denunciò “l'apocalisse della Bosnia” – i musulmani uccisi furono circa 200 mila; 100 mila i rinchiusi nei campi di concentramento, le donne stuprate (dai 7 agli 80 anni) 35 mila, 650 le moschee distrutte o rovinate.

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