4° VISITA - 9/10 GENNAIO 1993 - Giornata di preghiera per la pace in Bosnia Erzegovina
Incontro con la Delegazione Islamica.
Cari fratelli e amici Musulmani,
1. Forse si può affermare che nessun
altro Santo della Chiesa ha cantato lodi
di pace e di fratellanza universale fra
tutti i fi gli di Dio come san Francesco
d'Assisi. Siamo riuniti qui, nella città in
cui è nato ed è morto, per implorare la
pace per i popoli del continente Europeo
e in particolar modo per le regioni
dei Balcani.
Desidero ringraziare voi, emeriti capi
della comunità Islamica in Europa per
aver accettato l'invito a partecipare a
questa Giornata di Preghiera.
Abbiamo pregato, e speriamo ardentemente
che il 1993 sia un anno di pace
ovunque anche in quelle regioni del
mondo in cui vi sono confl itti.
2. Dalle testimonianze offerte ieri sera
abbiamo ascoltato quanto grandi siano
le sofferenze della gente nelle regioni
dei Balcani affl itte dalla guerra.
L'aspetto più tragico di quella guerra,
così come di qualunque guerra, è il
fatto che coloro che stanno soffrendo
di più sono civili – genitori, anziani,
donne, bambini – persone che vogliono
semplicemente occuparsi
delle proprie famiglie, svolgere il
proprio lavoro, vivere e assolvere
ai doveri religiosi in pace. [...]
3. Ci siamo riuniti tutti insieme
per porci di fronte a Dio Onnipotente
umili e imploranti.
Alle nostre preghiere abbiamo
aggiunto il digiuno. Possiamo
non vedere in questo un duplice
segno che sperimentiamo
la nostra debolezza e che
siamo aperti all'aiuto divino?
Le nostre preghiere per la
pace includono la supplica
che anche noi possiamo essere
rafforzati per agire sempre
come artefi ci di pace.
A questo riguardo l'esortazione
del Concilio Vaticano
II affi nché i Cristiani e i Musulmani
operino insieme è
tuttora valido: “difendere e
[...] promuovere insieme, per
tutti gli uomini, la giustizia
sociale, i valori morali, la
pace e la libertà” (Nostra
aetate, n. 3).
Di nuovo vi assicuro che la Chiesa Cattolica aspira ed è pronta a
continuare a cooperare con i Musulmani
in questi diversi ambiti. [...] La vostra
presenza ad Assisi in questa occasione
riveste un grande signifi cato: essa proclama
che l'autentica fede religiosa è
una fonte di comprensione reciproca
e di armonia e che solo la distorsione
del sentimento religioso conduce alla
discriminazione e al confl itto.
Usare la religione come pretesto per
l'ingiustizia e per la violenza è un
abuso terribile che deve essere
condannato da tutti coloro che
credono veramente in Dio.
4. Siete venuti da vari Paesi
d'Europa per partecipare a questa
Giornata di Preghiera. Siete venuti
perché desiderate pace e giustizia per
tutti i popoli che vivono in questo continente.
Voi siete preoccupati, come del
resto i cristiani, per forme di razzismo e
di intolleranza etnica che sembrano aumentare.
Questi sono mali, e noi, che
crediamo in Dio e vogliamo compiere la
sua volontà, dobbiamo vigorosamente
condannarli sempre e ovunque essi si
manifestano nel mondo. Fin quando i
credenti non saranno uniti nel rifi utare
le politiche di odio e discriminazione, e
nell'affermare il diritto alla libertà culturale
e religiosa in tutte le società umane,
non potrà esserci pace autentica.
Nel ringraziarvi per la vostra presenza,
colgo l'occasione di offrire a voi e alle
comunità islamiche che voi rappresentate
i miei migliori auguri nella preghiera.
[...]
CRONACA DELLA GIORNATA
I rappresentanti delle Chiese Cristiane sono arrivati ad Assisi
nella giornata di venerdì e sabato la città si è svegliata con
un'aria diversa, tra migliaia di pellegrini giunti da molte parti
d'Europa e centinaia di giornalisti da tutto il mondo.
Alle 17,00 l'elicottero che ha trasportato il Santo Padre è
atterrato nel piazzale adiacente l'Istituto Serafico.
Il Papa, nella Sala ‘Frate Elia' del Sacro Convento, ha incontrato
i rappresentanti delle Comunità ecclesiali, delle altre Chiese
Cristiane e delle altre religioni.
L'esperienza più emozionante è stata la Veglia di preghiera
iniziata alle 20 nella chiesa superiore di san Francesco alla
presenza di circa 1.000 persone, mentre 3.000 assistevano nella
chiesa inferiore tramite dei maxischermi e, all'esterno, oltre
5.000 giovani.
A seguire una processione ha portato i fedeli nelle chiese in cui
la veglia è proseguita per tutta la notte.
Alle 10,00 di sabato la Solenne Concelebrazione nella chiesa
superiore, con i rappresentanti delle Conferenze Episcopali
d'Europa e con i Vescovi dei Paesi Balcani. È seguita poi la recita
dell'Angelus Domini dalla Loggia esterna del Sacro Convento.
Prima di pranzo, nel refettorio del Sacro Convento, il Papa
ha incontrato le autorità civili di Assisi e successivamente il
Presidente della Repubblica Italiana e i Presidenti di Camera
e Senato.
Alle 15,30 un lungo momento di preghiera personale presso la
Tomba e l'incontro con la comunità del Sacro Convento.
Alle 16,00 in occasione dell'VIII centenario della nascita di
santa Chiara, il Papa visita le Clarisse: un breve discorso nella
Basilica dedicata alla Santa e poi il ritorno all'elicottero che lo
ha riportato in Vaticano.
IL CONFLITTO IN BOSNIA ERZEGOVINA di Orazio La Rocca
È il 1991 quando esplode il confl itto in Bosnia-
Erzegovina in seguito al disfacimento
dell'ex Jugoslavia. Le ostilità iniziano dopo
la dichiarazione di indipendenza della Bosnia,
una delle sei repubbliche jugoslave
che punta all'autonomia. I serbi della Bosnia
si oppongono alla secessione, e Belgrado
invia le truppe jugoslave. Seguono
tre anni di guerra tra bosniaci-croati, da
una parte, e serbi sostenuti da Belgrado,
dall'altra, con durissimi scontri, violenze e
cosiddette pulizie etniche con migliaia di
morti, in gran parte musulmani.
Sarajevo per mesi è martirizzata da cecchini
e bande armate che massacrano civili e
militari.
I NUMERI
In 43 mesi di confl itto, i morti furono
250 mila. Ma le vittime furono molte di
più. Senza dimenticare i feriti, gli orfani ed
i dispersi, disseminati in 43 fosse comuni.
Secondo il capo dei musulmani ulemi di Sarajevo,
H. Jacob Selimoski – che alla veglia
di Assisi del ‘93 denunciò “l'apocalisse della
Bosnia” – i musulmani uccisi furono
circa 200 mila; 100 mila i rinchiusi nei
campi di concentramento, le donne
stuprate (dai 7 agli 80 anni) 35 mila,
650 le moschee distrutte o rovinate.
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