francescanesimo

PAPA FRANCESCO E LA POVERTA' NELL'OTTICA DELLA LIBERTA'

Edoardo Scognamiglio Huffington Post
Pubblicato il 30-11--0001

PAPA FRANCESCO RILEGGE IL TEMA DELLA POVERTA' NELL'OTICA DELLA LIBERTA', DELLA DONAZIONE, DELLA CONDIVISIONE E DELLA SOLIDARIETA'

Papa Francesco, che intende criticare una fede che non s’incarna, che non entra nella vita dei credenti, nel suo magistero rilegge il tema della povertà nell’ottica della libertà, della donazione, della condivisione e della solidarietà. È rimasta famosa la sua frase: «Il sudario non ha tasche». Vale a dire: “Con noi, nella morte, non porteremo niente, se non l’amore ricevuto e donato”. 


Solamente una cultura dell’incontro e una globalizzazione della solidarietà ci permetterà di vincere l’egoismo che è dentro ciascuno di noi, imitando la vita stessa di Gesù Cristo. Infatti, nel mistero dell’incarnazione sono poste le basi per una vita fraterna che può andare oltre i propri limiti e le proprie contraddizioni, muovendosi verso Dio stesso, anzi, verso il traguardo della “divinizzazione”, attraverso l’inserimento in Cristo dell’uomo redento, ammesso all’intimità della vita trinitaria. La contemplazione del volto povero di Cristo conduce san Francesco ad accostare l’aspetto più paradossale del mistero dell’incarnazione, quale emerge nell’ora estrema, l’ora della Croce. Mistero nel mistero, davanti al quale ogni discepolo non può che prostrarsi in adorazione.

Passa davanti al nostro sguardo, come a quello di san Francesco, l’intensità della scena dell’agonia nell’orto degli Ulivi. Gesù, oppresso dalla previsione della prova che lo attende, solo davanti a Dio, lo invoca con la sua abituale e tenera espressione di confidenza: Abbà, Padre. Gli chiede di allontanare da lui, se possibile, il calice della sofferenza (cf. Mc 14,36). Lo stesso grido di Gesù sulla croce diventa segno della sua povertà, della preghiera del Figlio che offre la sua vita al Padre nell’amore, per la salvezza di tutti. Mentre s’identifica col nostro peccato, “abbandonato” dal Padre, egli si “abbandona” nelle mani del Padre. I suoi occhi restano fissi sul Padre.

Sul modello di Cristo, e attraverso la testimonianza di Francesco, la povertà è, per noi, un consegnarsi totalmente nelle mani del Padre per essere veramente suoi figli, cioè persone libere, che sperimentano la carezza di Dio e quel vincolo inseparabile che lega ogni vero discepolo con Cristo presente nei poveri.

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