francescanesimo

Il volto dei sentimenti di Francesco

Felice Accrocca
Pubblicato il 06-06-2017

Esempi che ci mostrano però il santo nella umanità, necessaria perché egli continui a parlare agli uomini di ogni tempo

Francesco fu uomo in carne e ossa, ricco di sentimenti e d’inquietudini interiori. All’inizio del suo percorso, ancora nella condizione di uomo ricco e centrato su se stesso, gli appariva cosa troppo amara anche solo vedere i lebbrosi! Fu il Signore a condurlo tra loro e quell’incontro con il dolore umano gli fece scoprire il volto di Cristo. Questa prima ondata emotiva non esaurì tuttavia il turbinio dei suoi sentimenti, poiché vivo dolore egli dovette provare nello strappo con la famiglia: poiché il padre lo malediva quando l’incontrava, si rivolse a un poveraccio chiedendogli di restare con lui e promettendogli parte delle elemosine se ad ogni maledizione quegli avesse fatto sul suo capo il segno della croce, rendendogli così benedizione per maledizione. La fonte precisa che Francesco prese quell’uomo come padre, mostrando in tal modo l’intimo bisogno che il giovane aveva della figura paterna. Meno traumatico, ma non per questo meno duro, fu lo scontro con il fratello. La Leggenda dei tre compagni non lascia trasparire nulla riguardo ai sentimenti e alle emozioni che attraversarono l’animo dei due. Certo, la vita insegna che lo strappo familiare è vissuto in modo diverso da genitori e figli; un padre è pur sempre un padre e difficilmente dimentica un figlio che si è distaccato da lui, quale che sia la ragione di quella separazione. Un fratello, invece, si allontana più facilmente dall’altro quando insorgono motivi di lite, fin quasi a dimenticarsene a distacco avvenuto. Il fatto, perciò, che l’autore non lasci trasparire forti ondate emotive quando narra lo scontro tra Francesco e il fratello sta a testimoniare non soltanto la sua capacità di rappresentazione psicologica dei protagonisti della narrazione, ma – prima ancora, direi – la bontà stessa della sua narrazione. Francesco provò anche sentimenti di timore quando, malato, disse un giorno ai suoi compagni: «Carissimi fratelli e figlioli miei, non stancatevi e non vi sia gravoso assistermi in questa malattia». Un racconto, questo, che ci mostra Francesco in tutta la sua fragilità, mentre veste i panni di un qualsiasi malato che sperimenta il peso e la difficoltà di dover dipendere da altri, unitamente al timore che costoro si stanchino di assisterlo nella sua malattia. Solo alcuni esempi, che ci mostrano però il santo nella sua umanità, necessaria perché egli continui a parlare agli uomini di ogni tempo: può infatti un santo parlare agli uomini se questi non avvertono che anch’egli è stato toccato dai loro stessi drammi, dai loro stessi dubbi e tormenti, prima di superarli attraverso un’adesione libera e convinta, anche se sofferta, a Cristo e alla sua croce? Se non avvertono che anch’egli, fino all’ultimo, ha dovuto lottare con la propria umanità? Proprio per questo – anche se non solo per questo – Francesco è perennemente attuale.

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