francescanesimo

Giovanni Paolo sulle orme di Francesco

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001



Il cardinale Angelo Comastri – arcivescovo e arciprete della Basilica papale di San Pietro in Vaticano – fraterno amico di Giovanni Paolo II e figlio spirituale di Madre Teresa di Calcutta, fu una delle ultime persone ad entrare nella stanza del Papa la sera prima che morisse, per ricevere la sua ultima benedizione.

Dal momento che questa intervista cade nei giorni precedenti la beatificazione di Giovanni Paolo II vogliamo chiederle, lei che accompagnò con la preghiera Giovanni Paolo II all'abbraccio con Dio, come ricorda quei momenti?
Giovanni Paolo II amava intensamente san Francesco, perché vedeva in lui l'uomo del Vangelo puro, del Vangelo eroico, del Vangelo senza compromessi. E Giovanni Paolo II, in modi diversi ma con identico cuore, ha camminato nella stessa strada. Per me è indimenticabile ciò che accadde il 30 marzo 2005: Giovanni Paolo II, pur essendo gravemente ammalato, volle a tutti i costi affacciarsi alla finestra della sua camera per benedire la folla che desiderava vederlo. Con questo gesto egli donò se stesso fino all'ultima briciola e gridò al mondo che la gioia si trova soltanto donandosi e non ingolfandosi nella ricchezza e nei divertimenti (che lasciano sempre la bocca amara).

Se dovesse oggi, con poche parole, sintetizzare la figura di Giovanni Paolo II, come lo descriverebbe?
Giovanni Paolo II è stato l'uomo del coraggio: il coraggio di dire la fede in Gesù... attraverso la salute e attraverso la malattia. Una volta lo sconsigliarono di fare un viaggio, perché, in quella particolare nazione, temevano che ci sarebbero state contestazioni. Ecco la sua risposta: “Questo non è un motivo per non andare, ma è un motivo per andare”. E andò e annunciò il Vangelo e ruppe il muro della diffidenza, lasciando un indelebile ricordo.

Sa che Assisi è stata visitata molte volte da Giovanni Paolo II. La città più visitata. Cosa ricorda di quegli incontri?
Ogni volta che ho visto Giovanni Paolo II in viaggio verso Assisi, ho visto in lui l'uomo desideroso di immergersi sempre di più nel Vangelo di Gesù, seguendo le orme di Francesco. Giovanni Paolo II aveva capito che l'uomo contemporaneo è smarrito, confuso, spiritualmente malato. E sapeva e credeva che soltanto Gesù può dare luce, gioia di vivere e pace al cuore dell'uomo di oggi. Ma, per raggiungere il cuore dell'uomo moderno, abbiamo bisogno di ritrovare il linguaggio esistenziale di Francesco di Assisi, l'uomo che profuma di Vangelo! Ecco perché il papa Giovanni Paolo amava ritornare spesso ad Assisi.

Tutti riconoscono in lei una forte carica spirituale, può donare ai nostri lettori una preghiera a san Francesco?
Ecco una preghiera, che mi è tanto cara: O Francesco, l'orgoglio spesso ci allontana da Betlemme; ma quando siamo lontani da Betlemme, siamo lontani anche da Cristo! Tu, Francesco, amavi Betlemme non per seguire una moda, né per contestazione, né per ripicca, né per esibizione: Tu amavi Betlemme, perché amavi Cristo nato a Betlemme. Tu amavi Cristo: questo è il segreto e la spiegazione delle tue scelte e della tua vita. Portaci a Betlemme, così come portasti Frate Leone per le vie dell'Umbria e dell'Italia e, durante il viaggio, gli apristi la tua anima e gli indicasti la via della perfetta e vera letizia. O Francesco, oggi il denaro è diventato un idolo mostruoso: molti per il denaro uccidono senza pietà in una guerra che non ha tregua; molti per il denaro sequestrano dei fratelli e talvolta anche dei bambini, dimostrando una ferocia peggiore di quella del lupo di Gubbio; molti per il denaro vendono droga e distruggono giovani fiorenti e meravigliosi, seminando disperazione in genitori restati senza lacrime; molti per il denaro vendono il proprio corpo, calpestando la dignità e la bellezza di una vita creata e pensata per l'altezza dell'Amore; molti per il denaro... Invece Tu hai scelto la povertà, hai amato la povertà, perché hai capito che il Bene, il Sommo Bene della vita è Gesù Cristo, nato nella povertà di Betlemme per farci dono della ricchezza dello Spirito Santo, che è Amore, Amore vero, Amore pieno. O Francesco, abbiamo tanto bisogno di ritornare a Betlemme! Abbiamo bisogno di ritrovare la pienezza della libertà, la gioia di donare per camminare in questo mondo verso i Cieli Nuovi e la Terra Nuova. O Francesco, davanti alla Grotta di Natale non vogliamo andarci con la pelliccia o con il vestito all'ultima moda per depositare uno spicciolo di egoismo. Vogliamo mettere l'egoismo sotto i piedi e cominciare, finalmente, a non fingere di fare il Natale, ma a farlo veramente, con il cuore, insieme a Te per seguire Cristo nella gioia dell'Amore vero, nella festa dello Spirito Santo. Così sia!
Così sia il nostro Natale!


di Alessio Antonielli

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