francescanesimo

Conoscete la tradizione religiosa della Candelora?

Redazione online Ansa - DANILO SCHIAVELLA
Pubblicato il 30-11--0001

In questo modo la liturgia della Chiesa conclude, con quest'ultima festività, il ciclo dei Misteri di Cristo derivanti dal Natale.

Il 2 febbraio di ogni anno si celebra quella festa che tradizionalmente è detta Candelora.

Il significato di questa ricorrenza in realtà non è unitario, in quanto il suo tema principale, quello della luce, è comune a varie fedi e tradizioni religiose anche pre-cristiane.

Per noi cristiani è significativa in quanto si celebra 40 giorni dopo il Natale del Signore. Secondo la legge di Mosè, contenuta nel libro del Levitico, ogni donna doveva presentarsi al Tempio dopo 40 giorni dal parto per la purificazione rituale e la presentazione a Dio del primogenito. Per questo motivo nella tradizione cristiana questa festa ci viene consegnata come Festa della Presentazione al Tempio di Gesù e della Purificazione di Maria.


Ma quali sono gli aspetti più caratteristici di questa celebrazione? Sono appunto, come dicevamo prima, il tema della luce espressa nell'accensione e benedizione delle candele.

Che significato ha questo rito? Nella santa Messa viene proclamato il Vangelo secondo Luca riguardante proprio quest'episodio della vita di Gesù, Maria e Giuseppe. Quando i due portano Gesù al Tempio l'evangelista ci presenta gli anziani Simeone ed Anna, i quali riconoscono nel bambino il Salvatore. In particolare l'evangelista riporta le parole, piene di stupore e commozione, di Simeone, che la liturgia della Chiesa fa cantare tutti i giorni nella preghiera di Compieta: «Ora lascia o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua Parola, perchè i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo, Israele».



Gesù è riconosciuto quale luce del mondo e per questo i fedeli che partecipano alla celebrazione liturgica accendono le candele: per onorare Cristo luce vera, venuta nel mondo per dissipare le nostre tenebre e manifestarlo al mondo intero.

In questo modo la liturgia della Chiesa conclude, con quest'ultima festività, il ciclo dei Misteri di Cristo derivanti dal Natale.



Questo giorno, la Chiesa ha voluto che fosse anche festa della vita Consacrata. Nella presentazione al Tempio di Gesù è simboleggiata l'offerta di tutta la vita, fatta da coloro che hanno risposto alla sequela di Gesù nella vita di speciale consacrazione. Come ebbe a dire Papa Benedetto XVI il 2 febbraio 2010, triplice è lo scopo di questa giornata: lodare e ringraziare il Signore per il dono della vita consacrata, promuoverne la conoscenza e la stima in tutto il popolo di Dio, ed infine invitare ciascun consacrato a celebrare le meraviglie che il Signore ha compiuto  in loro.

Come ci ricorda più volte papa Francesco, ogni consacrato/a infatti  è chiamato a sperimentare e manifestare che Dio è capace di colmare il nostro cuore e di renderci felici, senza aver bisogno di cercare altrove la propria felicità; che il dono di sé a Dio e alla Chiesa fa sentire realizzati e dà pienezza alla vita. La vita consacrata è un dono che permette la crescita della Chiesa per la via dell'attrazione, ci ricordano insieme papa Francesco e papa Benedetto XVI.



Chiediamo al Signore, allora, la grazia di avere sempre persone consacrate gioiose della propria vocazione, capaci di “svegliare il mondo”, di essere testimoni di comunione, fraternità, amore, speranza e fede in un mondo lacerato da guerre e divisioni, egoismi e indifferenza, rassegnazione e  disperazione.

Cristo, luce del mondo, vieni! Porta la tua luce nelle nostro mondo!
fra Daniele Sciacca

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