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Una presenza per servire

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001



MISSIO AD GENTES E PLANTATIO ORDINIS
La missione di “andare in tutto il mondo a due a due per annunciare il vangelo [...]” è stata per Francesco e per i suoi fi gli un imperativo di amore verso le creature, ed ancora oggi, dopo otto secoli, viene attuata in ogni angolo della Terra dove vive un frate francescano. Missione intesa come “mandato” per annunciare con la parola e con l'esempio una “novella” sempre originale incarnata nella quotidianità del servizio. Forte del saluto “Pax et Bonum”, i figli di Francesco si presentano alle creature con una disarmante semplicità, convinti che la pace annunciata e proclamata, unita alla fecondità del “Bene”, sia una sorgente di mediazione in grado di trasformare i cuori più duri. A queste due dimensioni di approccio evangelico, la testimonianza “fatta servizio”, oltre a contribuire lungo i secoli all'espansione dell'Ordine francescano, è stata per tanti frati missionari l'arma vincente per raggiungere e aiutare i non credenti alla conversione del cuore.

IL DIALOGO CON TUTTE LE RELIGIONI DEL MONDO
L'incontro di Francesco con il sultano di Egitto, convertito dal suo esempio, è ancora oggi l'immagine viva della dimensione universale del cuore del Poverello, il quale spalanca le porte di ogni confine religioso per aprirsi alla genuina cultura evangelica. Seguendo Cristo, Francesco nella sua vita non ha avuto barriere o steccati ideologici, anzi li ha abbattuti, e con “semplicità di parola” ha convinto e convertito i cuori più duri, facendoli dialogare anche nelle situazioni conflittuali. A partire dalle varie giurisdizioni sparse nella Terra Santa, fino ai tanti frati che quotidianamente sono a contatto con realtà multietniche e multireligiose, i figli di Francesco nel mondo sono stati, e lo sono ancora oggi, autentici campioni di dialogo, di tolleranza, e promotori di convivenza pacifica attraverso un'incisiva azione pastorale, superando situazioni critiche e di intolleranza religiosa. L'esempio più palpabile nel capire la dimensione del dialogo interreligioso è stato il gesto del Servo di Dio Giovanni Paolo II il quale, per due volte, ha scelto Assisi, città della pace e del dialogo (poteva scegliere Piazza San Pietro) per fare incontrare i Capi delle religiosi del mondo sulla tomba di Francesco. È lo “Spirito di Assisi” che ancora oggi rischiara i sentieri di questo variegato e difficile settore della convivenza umana.

L'EMERGENZA EDUCATIVA NEL CUORE DEI FRANCESCANI
Una difficoltà dell'approccio della Chiesa con il mondo giovanile scolastico, oggi vissuto con estrema preoccupazione, è la venuta meno dell'istanza culturale dell'uomo in rapporto con la sua crescita umana e culturale. Sono queste le motivazioni che spingono il mondo francescano in direzione di una qualifi cata crescita sul campo educativo, e lo sforzo di promuovere e favorire iniziative in questo difficile ambito non è mai venuto meno. Sono sorte così scuole, università, collegi, e corsi a vario livello, per incentivare la crescita culturale di migliaia di giovani, e il ministero dell'educazione è diventato, attraverso l'insegnamento di tante generazioni di frati, la palestra di una vera rinascita culturale ad intra e ad extra. La cultura quindi, intesa come mediazione per aiutare l'uomo nel suo divenire dentro la storia.

LA COMUNICAZIONE VEICOLO DI EVANGELIZZAZIONE
Nel campo della comunicazione, intesa come trasmissione della fede, i figli di Francesco hanno avuto una attitudine particolare, adoperando mezzi, strumenti e tecnologie al passo coi tempi. Già a partire dalla presenza dei grandi artisti, chiamati dai frati per trasmettere e comprendere la fede attraverso l'arte, ci si può rendere conto del valore mediatico per conoscere il Vangelo utilizzando modalità e strumenti idonei. Il grande patrimonio librario delle biblioteche, le migliaia di testate francescane, e anche i musei, sono testimonianze vive di un ricco patrimonio culturale e comunicativo di indubbio valore. Con l'avvento poi delle nuove tecnologie (radio, tv e internet) il francescanesimo ha saputo dialogare, attraverso questi nuovi strumenti, con il variegato mondo della comunicazione, coniugando fede e vita annunciata dai pulpiti per la trasmissione della fede.

IL LAICATO FRANCESCANO NEL TERZO MILLENNIO
Tra le componenti delle famiglie francescane, un posto particolare viene occupato dal mondo dei laici, impegnato a vivere e trasmettere, attraverso una propria originalità, il carisma di San Francesco. È la costola del francescanesimo più aperta ai segni dei tempi dopo la grande svolta conciliare del Vaticano II, che ha dato ai laici un ruolo ed un'autonoma appartenenza ecclesiale. I laici francescani, professando la Regola di Paolo VI, sono nella Chiesa e all'interno dell'Ordine francescano una qualificata presenza di servizio nell'attuare e vivere il messaggio del Poverello con quella freschezza evangelica sempre nuova e al passo dei tempi. L'Ordine francescano secolare (OFS) in questi ultimi anni ha saputo elevare nel mondo la qualità del mandato, inteso come testimonianza di vita, vivendo i consigli evangelici ognuno nella propria identità di cristiano impegnato e con l'anelito evangelico del “donarsi ai fratelli” nella propria vita quotidiana. È questa la grande rivoluzione del laico francescano: vivere la missione nella fedeltà del carisma vissuto “nel mondo e per il mondo”. di Paolo Fiasconaro

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