La pratica della fratellanza
Beatitudine! È la sensazione che ho provato appena messo piede ad Assisi proveniente da Santa Maria degli Angeli. Mi chiedo: Avrei provato la stessa cosa se lì non vi fosse vissuto Francesco? Risposta: No! Girando per le vie della città mi sentivo guidato e sentivo di non essere solo: ogni abitante, ogni pellegrino, ogni turista aveva lo sguardo di chi sa di non essere solo, di esser amato, di avere accanto un amico sincero. Inizialmente mi sono stupito per la sensazione che provavo, come di essere “a casa”, poi anche la gente che mi passava vicino mi è sembrata familiare e allora ho capito che chi nasce o vive in questo luogo, chi respira quest'aria, fa suo il senso dell'ospitalità. Ad Assisi anche il tempo se la prende con calma, scorre lentamente, senza far rumore, senza disturbare la quiete di chi ci vive e il sonno di chi ci riposa da 800 anni in compagnia dei suoi amici. Da uomo semplice quale era Francesco voleva “solo” entrare nel cuore della gente e far loro sentire di essere pronto ad ascoltarli, a condividere con loro il peso della vita, a prestare la sua spalla per tutto il tempo necessario, anche a chi non chiedeva il suo aiuto. Per questo tanta gente credeva in lui, perché non chiedeva niente tranne che di praticare la fratellanza senza odio né rancore verso ogni tipo di diversità fisica, culturale, religiosa rispettandola. Mi chiedo: Sarebbe stata la stessa cosa se non fosse vissuto Francesco? Rispondo con ancora più consapevolezza: No!
di Danilo Ferrari
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