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L'arrivo di Francesco in una vita

Paola Saluzzi
Pubblicato il 30-11--0001



Ama il prossimo tuo come te stesso. C'è chi ci riesce; c'è chi supera l'insegnamento stesso. Francesco lo ha fatto. Ha amato molto poco la sua persona, nella accezione di amore che conosciamo noi, poveri uomini qualunque. Ha amato gli altri, di un amore talmente perfetto che è ancora lì che circola. E non se ne va. Mi spiego meglio: Francesco è il più “senza tempo” di tutti i santi possibili ed immaginabili; il Vangelo con lui è diventato attuale in qualsiasi momento, situazione, ed epoca. Siate sinceri: quante volte ci scappa di dire “quanto sei francescano!!!” ad un amico che ci schiaccia con la sua generosità, con il suo sguardo dedicato a chi soffre, con la sua insopportabile – per noi – capacità di perdonare, di non accusare, di sanare una situazione che a noi faceva tanto piacere lasciare nella palude del “con quello io non ci parlo più”? Francesco entra nella tua vita. E sei fregato, scusate il termine. Perchè non ti lascia più. Se sei Santo, come Massimiliano Kolbe, e dai la tua vita in cambio di un'altra. Se sei un meraviglioso laico, come Giovanni Palatucci, cresciuto a pane e San Francesco in provincia di Avellino, il Questore di Fiume che salva più di 5 mila ebrei e muore a Dachau. Se sei tu, non importa chi, e sei lì che ti chiedi cosa fare per non tradire ciò che Francesco ti ha insegnato. L'arrivo di Francesco nella mia vita di bambina è iniziato con l'amore per la natura e gli animali, con il lupo di Gubbio che smette di uccidere, con il Cantico delle Creature. Poi, con gli anni, è diventato coscienza di avere davanti un giovane folle, grandioso, rivoluzionario nel nome della vera bontà, capace di fare l'impossibile ovvero perdere tutto (accidenti se ci penso quando fuori si gela e dormo al caldo a casa: tra le stanze di Francesco ragazzo, tra bracieri e coperte il caldo esisteva, mi dico). Aveva ogni cosa, gioventù e ricchezza. Fino al giorno X : tutto finito, tutto cambiato, tutto diverso. Quando sono davanti alla sua tomba ci penso sempre: ma guarda un po' che ribaltamento continuo che ha creato questo ragazzo, morto in età da uomo ma con il cuore di bambino. E i bambini, si sa, dicono sempre il vero. Ci penso tutte le volte e lo ringrazio. E lo guardo, senza staccare gli occhi dalla pietra. Che gli assomiglia tanto: scoglio nella tempesta, inizio della costruzione di una casa, forza nei giorni del dolore. Attuale, attualissimo il messaggio. Passano i secoli, e lui è sempre più attuale. 800 e più anni, Francesco caro e adorato, davvero non li dimostri. di Paola Saluzzi

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