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Una medaglietta al collo

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001



L'insegnamento di San Francesco d'Assisi è sempre attuale ed è sempre in grado di parlare agli uomini e alle donne di qualsiasi epoca, di ogni orientamento socio-politico e di tutte le fedi, a partire, ovviamente, dai cristiani. Ne sono talmente convinto che se avessi più tempo girerei un secondo film sulla vita del Poverello. Immaginerei di iniziare il nuovo film con l'incontro tra Francesco e il Sultano, un momento bellissimo e profondamente significativo della vita del Santo, accanto ad altri momenti altrettanto significativi come la predicazione tra gli emarginati, i lebbrosi, le stimmate, il dolore, i lunghi ritiri spirituali, la morte nella Porziuncola.

Dopo oltre 800 anni, ha ancora senso parlare di San Francesco! È immortale, ha sempre qualcosa da dirci, come Gesù che parla agli uomini di ogni tempo e paese. Francesco è esempio, passione, scelta di vita, amore, spiritualità. È lo spirito. E il suo messaggio è sempre intatto.

Oggi, il Poverello d'Assisi può ancora insegnare perché Francesco è universale. Il suo insegnamento è rivolto a tutti, a cattolici, cristiani, non cristiani, buddisti, maomettani. I musulmani, poi, sanno che hanno in lui un esempio di dialogo e di rispetto di altissimo signifi cato. Lo storico incontro tra Francesco e il Gran Muftì è esempio mirabile di rispetto reciproco e di voglia di dialogo. E non è un caso se sulla tomba di quel Gran Muftì che si trova al Cairo, in Egitto, c'è la scritta: “Ebbi il vanto di conoscere il grande spirito di Francesco”.

È bene ricordarci queste cose e non fare del Santo di Assisi solo uno stereotipo utile esclusivamente per determinate cause che, quel che è peggio, nulla hanno a che vedere con la profondità della fede francescana. Francesco dopo quell'incontro ha fatto scrivere il modo con cui i frati, debbono andare tra le genti di altra religione: “I frati poi che vanno tra gli infedeli possono comportarsi spiritualmente in mezzo a loro in due modi. Un modo è che non facciamo liti né dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio e confessino di essere cristiani. L'altro modo è che, quando vedranno che piace al Signore, annunzino la parola di Dio perché essi credano in Dio onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo, creatore di tutte le cose, e nel Figlio Redentore e Salvatore, e siano battezzati, e si facciano cristiani, poiché, se uno non sarà rinato per acqua e Spirito Santo non può entrare nel regno di Dio” (FF Cap. XVI, vv. 43).

Oggi nel raccontare Francesco vorrei evitare, ad esempio, di fare di San Francesco una sorta di icona ambientalista o animalista, o una fi gura rivoluzionaria e contestatrice utile alla causa, sbagliata, di qualche gruppo politico. Francesco, è vero, mise in discussione tante cose, anche alcuni aspetti sociali del tempo, ma tutta la sua vita è un esempio continuo. Lui però vola alto, sempre, è spirituale, è spirito, non può essere mai banalizzato. E chi tenta di farlo, sbaglia.

Lo descrivo volentieri perché sono legato alla fi gura di San Francesco. Per un voto. Nel 1969, quando per un incidente stradale fui ricoverato in ospedale, mi rivolsi direttamente a lui promettendogli che se fossi guarito gli avrei dedicato un fi lm. E così fu. Durante la degenza, mi fece tanta compagnia una medaglietta del Poverello che porto ancora al collo. Fu così che nacque, “Fratello Sole, Sorella Luna”.
di Franco Zeffirelli

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