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Tensione e contrasti

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001



Il 1223 fu un anno difficile per te, Francesco. Non mancarono tensioni e contrasti per giungere alla stesura della Regola e tu avesti modo di soffrirne parecchio. Eppure, forse nei primi mesi di quell'anno, e forse mentre ti trovavi a Fontecolombo lavorando proprio alla Regola, ti capitò di scrivere ad un ignoto (per noi) ministro – un frate, cioè, chiamato ad esercitare il governo su altri confratelli – che ti aveva interpellato perché giunto allo stremo delle forze: troppi frati, ormai, lo facevano soffrire.

Gli rispondesti in modo paradossale, chiedendogli di “reputare una grazia” tutte quelle cose che gli impedivano “di amare il Signore Iddio”. Poveretto! In un primo tempo non deve esserne stato troppo confortato... Lo invitavi a ritenere una grazia tutti coloro – “frati o altri” – che gli si opponevano, anche nell'eventualità che lo bastonassero: “Ama coloro che ti fanno queste cose”, gli scrivesti. “E non aspettarti da loro altro, se non ciò che il Signore ti darà. E in questo amali e non pretendere che siano cristiani migliori”. Lo chiamavi ad un'espropriazione totale, ad accogliere tutto con gratuità, a resistere alla tentazione di voler piegare eventi e persone ai propri disegni e alle proprie attese.

Quell'uomo, prostrato dagli scontri con i frati che il suo ruolo di responsabilità non gli risparmiava, ti aveva chiesto di potersi ritirare in un eremo, adducendo il fatto che quei contrasti non lo aiutavano ad amare Dio, anzi gli erano di impedimento. Tu, per tutta risposta, gli additasti un'immersione totale nella fraternità, priva d'ogni difesa e d'ogni attesa nei riguardi degli altri. Alla tentazione della fuga rispondesti con un invito alla lotta, che richiedeva l'abbandono di qualunque strategia – offensiva e difensiva – tesa alla propria salvaguardia.

Aiuta noi, ora, ad accettare gli altri così come sono e per quello che sono, vincendo la tentazione di volerli cambiare a nostro piacimento. Fa' che impariamo a correggerli con amore, usando con loro un po' della pazienza che il Signore usa con noi.
di Felice Accrocca

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