La risposta ai dubbi
Due anni prima che morissi, scese su di te la mano del Signore e le stimmate di Cristo
furono impresse nel tuo corpo. Aiutaci, Francesco, a capire qualcosa di quell'evento
memorabile e così intimo. Dopo di allora scrivesti su una pergamena le lodi dell'Altissimo
che, qualche tempo dopo, consegnasti a frate Leone vittima di una tentazione.
Quest'ultimo afferma che scrivesti quel testo per rendere “grazie a Dio del beneficio” ricevuto.
Ma a cosa si riferiva con precisione? Alle stimmate, certo. Ma ad esse soltanto? Tu
delle stimmate non parlasti mai, guardandoti bene dal mostrarle in pubblico.
Ora, in realtà, sappiamo che gli ultimi anni della tua vita non furono facili. Per
giungere alla redazione del testo defi nitivo della Regola dovesti affrontare non pochi
contrasti. Qualche volta subisti maltrattamenti da parte di alcuni frati, e in più di
un'occasione hai persino sperimentato il rifiuto dei tuoi. Alla fine crollasti, come testimoniano
i tuoi compagni, che ci offrono un quadro particolareggiato dei tuoi terribili
momenti di solitudine, e ci rivelano che pure sulla Verna, nel 1224, fosti molto tentato
e tribolato dai demoni. Anche tu, come il Maestro, fosti nel Getsemani: giunto alle
vette vertiginose dell'unione con Dio ti fu chiesto di attraversare la notte buia dello
spirito, durante la quale ti sembrò che il Signore tacesse, che non rispondesse al tuo
grido di angoscia.
Ma, al termine di quel cammino scarnifi cante, proprio sulla Verna ricevesti la risposta
ai dubbi, comprendendo defi nitivamente che solo la croce poteva fare di te un
vero seguace di Cristo. Il “beneficio” ricevuto potrebbe perciò coincidere anche con il
dono – immenso – di una pace interiore ritrovata, che ti faceva accettare con serenità
situazioni che prima erano state causa di tentazione: fu per te una vera rinascita. Quelle
Lodi sgorgarono così da un cuore liberato, che aveva sperimentato la potenza di un Dio
che è “rifugio e forza, aiuto sempre vicino nelle angosce”. Aiutaci, Francesco, a percorrere fino in
fondo quello stesso itinerario.
di Felice Accrocca
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