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Alcuni anni fa, avevo collaborato ad una sceneggiatura per un film che voleva raccontare proprio la storia di San Francesco, ambientandola nei primi anni del 2000. Il presupposto era quello che il vero Francesco non fosse mai esistito. Cosa succederebbe, ci eravamo chiesti, se una figura del suo carisma e del suo fascino si affacciasse oggi sulla scena del mondo? Chi sarebbe? A cosa dovrebbe rinunciare per riuscire a provocare uno scandalo pari a quello di Francesco, quando si spogliò davanti al padre e al Vescovo di Assisi? Dopo qualche riflessione, la risposta ci è sembrata una sola. Rinunciare non alla ricchezza, ma alla fama, al potere e a tutti i privilegi che essi comportano.

E così ci eravamo inventati la storia di un ragazzo di oggi, più fortunato di tanti altri suoi coetanei, ricco, famoso e con qualcosa di più. Carisma, fascino. E una luce interiore. Un ragazzo sulla cresta dell'onda, abituato ad essere adulato e adorato, che d'un tratto, per un risvegliarsi imprevisto della sua coscienza, si trova estraneo a sé stesso e che parte alla ricerca di qualcosa che non sa. Volevamo, con il nostro film, mostrare un percorso di crescita interiore. Il film non si è poi fatto, ma il messaggio che proponeva è sempre più attuale ed è quello di dare alle giovani generazioni un modello di crescita spirituale. Perché quello che manca ai ragazzi d'oggi è proprio questo: degli esempi positivi. Bisogna tornare a essere modelli di vita, come Francesco, persone da ammirare e da emulare, persone che agiscono, invece di parlare, persone responsabili, che non hanno paura di mettersi al servizio dell'altro, persone che non dedicano il loro tempo alla rivendicazione, ma alla costruzione. Persone che non hanno paura della fragilità, che anzi sono consapevoli che è solo nell'accettazione dalla fragilità che comincia il cammino di comprensione del nostro esistere.
di Susanna Tamaro