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Eccedere sulla misericordia

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001



Con quell'ignoto ministro, caro Francesco, tu affondasti il bisturi: “E in questo – gli dicesti – voglio conoscere se tu ami il Signore e ami me servo suo e tuo, se farai questo, e cioè: che non ci sia mai alcun frate al mondo, che abbia peccato quanto poteva peccare, il quale, dopo aver visto i tuoi occhi, se ne torni via senza il tuo perdono misericordioso, se egli lo chiede; e se non chiedesse misericordia, chiedi tu a lui se vuole misericordia. E se, in seguito, mille volte peccasse davanti ai tuoi occhi, amalo più di me per questo: che tu possa attirarlo al Signore; e abbi sempre misericordia di tali fratelli”.

Gli chiedesti di perdonare sinceramente, dal profondo del cuore: da lui, i frati non avrebbero dovuto udire una parola di perdono (con le parole si mente facilmente), ma leggere nei suoi occhi (che con maggiore difficoltà riescono a mentire) il perdono ricevuto. Non solo! Il ministro stesso, qualora un frate non l'avesse fatto, avrebbe dovuto chiedergli se voleva ricevere misericordia, per attrarlo al Signore, poiché la salvezza dei fratelli era il bene più prezioso tra tutti. Secoli prima di te, Francesco, il papa Gregorio Magno, da poco asceso al sommo pontificato, aveva scritto: “Il posto più elevato è retto bene quando colui che presiede domina sui vizi piuttosto che sui fratelli. Regge bene il potere ricevuto chi sa detenerlo e sa contrastarlo. Sa reggere bene il potere chi, con esso, sa ergersi contro le colpe, sa porsi sul piano degli altri”.

Il ministro, in definitiva, era chiamato ad un ministero di misericordia, con l'obiettivo di suscitare misericordia. Quella tua lettera, caro Francesco, è diventata la magna charta di una vita di fraternità. Gregorio l'aveva detto: “Sa reggere bene il potere chi, con esso, sa porsi sul piano degli altri”, ma tu desti quasi l'impressione di voler eccedere sulla misericordia. Forse perché, leggendo San Giacomo, avevi capito che “il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà usato misericordia; la misericordia invece ha sempre la meglio nel giudizio”.
di Felice Accrocca

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