Lo 'spirito di Assisi'èdi Roberto Joppolo, artista
E' stata sempre una grande emozione operare per la Comunità Francescana o.f.m. di Assisi:
sono circa 30 anni che un sentimento di stima, affetto ed amicizia mi lega ad essa.
Era il 1982 quando l'incarico per la realizzazione della statua bronzea di S. Massimiliano M. Kolbe, in occasione della Sua canonizzazione, mi portò a conoscere la famiglia francescana dei frati minori conventuali ed a riscoprire la meravigliosa figura di San Francesco.
Cominciai a frequentare Assisi e da allora il filo non si è più interrotto.
Molte sono le opere che mi legano al Santo Poverello ed alla Sua città: statue, bassorilievi, medaglie, arredi liturgici ecc.,opere che hanno segnato in modo significativo il mio percorso artistico e dalle quali ho sempre tratto una grande fonte di comunicazione e crescita spirituale.
Infatti, tutte le volte che venivo chiamato, dai frati del Sacro Convento, a collaborare nella realizzazione di un progetto, il mio cuore si riempiva di gioia e di entusiasmo perché sapevo che i temi da trattare erano quelli riguardanti “l'Uomo”: la sua coscienza, i suoi valori, i suoi diritti, il suo dialogo perenne con Dio; “materiale indispensabile” per un artista e per chiunque voglia operare per la pace e la fratellanza fra i popoli.
Così, anche questa volta, ho risposto all'invito con un immediato “presente!” e con la consueta carica emotiva di chi si appresta a compiere una sfida; e ad Assisi la sfida è sempre la stessa: riuscire a confrontarsi con il pensiero di San Francesco. So quanto è difficile ma bisogna tentare, tanto più che l'incarico ora riguarda il Papa, l'Ecumenismo…… ed io che mi sento sempre più piccolo.
Allora il mio pensiero va proprio a Lui, al Papa: quanto coraggio avrà dovuto raccogliere quando ha immaginato di essere lì, al centro della Piazza di San Francesco a riprendere il dialogo interreligioso?
Ma il coraggio si trova quando si crede nell'aiuto di Dio. Così, in quella piazza gremita, con tutti i leader religiosi uniti , risorgerà nel cuore di ognuno, quel germoglio di pace e di fratellanza coltivato da San Francesco. Allora tutto diventa più semplice, cade ogni incertezza ed anch'io guarderò all'evento con umiltà ma con l'orgoglio e la fiducia di chi sa di essere chiamato a partecipare a quel “segno dei tempi” che sovrasta me ed il mondo intero e che Giovanni Paolo II chiamò “Lo spirito di Assisi”.
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