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Il nostro pianeta vive da sempre periodi difficili e quello che attraversiamo è un periodo difficile, anche se forse non il peggiore della sua storia. Sul piano della responsabilità umana, si combattono tante guerre atroci e altre ancora più atroci ed estese si profilano all'orizzonte. Sono in corso mutamenti demografici radicali, pressioni migratorie epocali. La natura non è controllabile e continua a determinare disastri; altri disastri li provoca l'uomo non rispettando l'ambiente che invece dovrebbe proteggere. Gli uomini che sentono la responsabilità di migliorare lo stato delle cose non sono pochi, ma sono spesso incerti e divisi. Nonostante questo uomini di diverse origini, residenze, ideologie e fedi, vogliono la pace per tutti; vogliono il dialogo per conoscere e accettarsi nella diversità e arricchirsi reciprocamente, vogliono la collaborazione concreta nell'interesse prevalente dell'umanità. Come ebrei ricordiamo il patto divino con l'umanità discendente da Noè, un patto che lega nell'uguaglianza tutti gli individui e tutti i popoli. Crediamo nel patto di Abramo, in base al quale chi crede nel Dio di Abramo sa che il giusto vive nella sua particolare fedeltà. Sono questi i motivi che ci spingono ad accettare a partecipare a questo incontro di Assisi. Consapevoli delle difficoltà, ma al di là di qualunque incomprensione la speranza costruttiva di pace ci unisce nella mente, nel cuore e nelle azioni.