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Lo 'spirito di Assisi'èdi Giuseppe Piemontese, Custode sacro Convento

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001



La ricorrenza dei 25 anni di incontri “Nello spirito di Assisi”, che ha tenuto viva la fiaccola della profezia e della speranza, accesa il 27 ottobre 1986 dal papa Giovanni Paolo II, richiama a tutti noi l'opportunità di riscoprirne le ragioni, “lo spirito” perché le nostre convinzioni si radichino nel genuino senso dell'evento e si aprano a prospettive nuove e fruttuose per l'umanità intera. In 25 anni il mondo è cambiato, molti degli artefici di quel primo evento stanno godendo la pace dei giusti, nuovi uomini di buona volontà hanno accolto il testimone nella consapevolezza che a mali antichi e nuovi, i rimedi sono sempre gli stessi, magari aggiornati nelle metodologie. Si sa che l'iniziatore e l'artefice di tale evento è stato il papa Giovanni Paolo II. Un primo annuncio fu dato il 14 settembre 1986 di fronte agli sconvolgimenti e alle paure provocate dalla guerra e sopratutto dalla minaccia di una guerra nucleare. Convinto della forza della preghiera, il Papa invitava a rivolgersi con fiducia a Dio per ottenere da Lui la grazia di vivere come fratelli in un mondo riconciliato. L'invito era rivolto a tutti i credenti in Dio, a qualunque religione appartenessero. La meta indicata era la città di Assisi, la Tomba di san Francesco, che dall'esperienza della guerra e della prigionia, apprese ad essere uno straordinario operatore di pace. «Forti di questa convinzione, comune a tutti coloro che credono in Dio, andremo insieme in Assisi a presentare le nostre suppliche affinché l'umanità non sia travolta da una simile catastrofe».

Il 27 ottobre 1986 è stato un giorno straordinario. Le esperienze fatte e i temi trattati sono stati tanti e tutti condivisi; si possono riassumere nelle parole chiave: incontro, dialogo, Religioni, preghiera, digiuno, pellegrinaggio per implorare la pace per l'umanità, in Assisi, all'ombra di san Francesco. Su invito di papa Giovanni Paolo II, complessivamente furono convocati in Assisi tre incontri, spinti dal bisogno di pace e dalla convinzione della forza della preghiera e dalla necessità del dialogo tra le Religioni:

27 ottobre 1986, Giornata di preghiera per la Pace nel mondo;

9-10 gennaio 1993, Giornata di preghiera per la Pace in Bosnia Erzegovina

24 gennaio 2002, Giornata di preghiera per la Pace nel mondo: «per allontanare le nubi del terrorismo, dell'odio, dei conflitti armati che in questi ultimi mesi si sono particolarmente addensati all'orizzonte dell'umanità. Le tenebre non si dissipano con le armi; le tenebre si allontanano accendendo fari di luce. Ci incontriamo ad Assisi dove tutto parla di un singolare profeta della pace, chiamato Francesco. Egli è amato non solo dai cristiani, ma da tanti altri credenti e da gente che pur lontana dalla religione, si riconosce negli ideali di giustizia, di riconciliazione, di pace che furono suoi».

L'evento giubilare che si celebra quest'anno, mentre evidenzia la provvidenzialità di quella intuizione per lo sviluppo del dialogo e la collaborazione tra le Religioni in vista della costruzione della pace tra i popoli, richiama tuttavia quanto ancora resti da fare per la promozione non solo di un equilibrio tra i popoli, ma per l'architettura di quelle trame di collaborazione, di rispetto e di reciproco sostegno tra persone, comunità e popoli.

Ciò che affermò il card. Roger Etchegaray, uno degli artefici del primo incontro assisano, a 10 anni dall'evento del 1986, rappresenta la consegna e l'augurio anche per noi: «Assisi, era dieci anni fa. Oggi i credenti di tutte le religioni, delle comunità, sull'esempio di Eliseo, che riceve il mantello da Elia, si rivestono dello Spirito Santo. Lo “spirito di Assisi” plana al di sopra delle acque agitare delle religioni e crea già delle meraviglie di dialogo fraterno». Lo “spirito di Assisi”… qual è il senso di questa espressione? Fu lo stesso papa Giovanni Paolo II che coniò quella espressione. Due giorni dopo l'evento assisano, in Vaticano ricevette i rappresentati delle religioni non cristiane e si raccomandò: «Continuiamo a vivere lo spirito di Assisi».

In occasione del II incontro “Uomini e religioni”, trascorsi due anni da quel 27 ottobre, Giovanni Paolo II sosteneva: «Dobbiamo continuare a vivere quello spirito di preghiera e di aspirazione verso la pace che abbiamo realizzato ad Assisi». Gli anni passano e Giovanni Paolo II tornerà di frequente su questo tema, durante l'VIII incontro “Uomini e religioni” che si tenne proprio ad Assisi nel 1994, scriveva:“Quell'incontro aveva una forza spirituale dirompente (...). Per questo auspicavo che lo ‘spirito di Assisi' non solo non si estinguesse ma al contrario potesse espandersi nel mondo, suscitando in ogni luogo nuovi testimoni di pace e di dialogo. (...) Questo mondo ha bisogno che gli uomini e le donne sensibili ai valori religiosi aiutino gli altri a ritrovare il gusto e la volontà di camminare insieme. Questo è lo ‘spirito di Assisi'”.

Giovanni Paolo II esprimeva liricamente il suo sogno dell'unità della famiglia umana per l'inizio del XXI secolo: «Ho fatto questo sogno, quando, nell'ottobre 1986, ho invitato ad Assisi i miei fratelli cristiani e i responsabili delle grandi religioni mondiali per pregare per la pace: uno insieme all'altro, non più uno contro l'altro. (…) Avevo davanti ai miei occhi come una grande visione: tutti i popoli del mondo in cammino da diversi punti della terra per riunirsi davanti all'unico Dio come un'unica famiglia. (...)Queste giornate giungono al termine in un clima di fraternità che ho voluto chiamare lo “spirito di Assisi”». Il papa Benedetto XVI, convocando in Assisi i capi delle Religioni, per il 27 ottobre prossimo, nel 25° anniversario del primo incontro, ne accetta l'eredità, si inserisce nel solco del sogno di Giovanni Paolo II. Ed evidenzia alcune sottolineature che nascono dalle mutate condizioni del tempo e dalla sensibilità propria. Il tema di questa giornata è stato così definito: “Giornata mondiale di preghiera per la pace; pellegrini della verità - pellegrini della pace”.

Le Religioni e la preghiera per la pace sono sempre al centro, ma sono posti accanto al tema del pellegrinaggio e al tema della verità. Per questo sono stati invitati rappresentanti del mondo della cultura e di non credenti. Ognuno di noi può raccontare ferite e sofferenze piccole o grandi, proprie o di fratelli vicini o lontani. Gli uomini di buona volontà non si rassegnano all'ineluttabile decadimento dell'umanità e al periodico deflagrare di guerre o conflitti personali, territoriali, nazionali o internazionali, peggio ancora se originati da motivi o contrasti religiosi.

I Francescani e tanti uomini e donne di buona volontà, in ogni parte del mondo, raccogliendo la consegna dello "spirito di Assisi", tengono accesa e alimentano la fiamma della speranza e della consapevolezza che proprio nel nome della Religione si può conseguire in maniera duratura la condizione della concordia e della pace. 25 anni fa lo scenario fu Assisi, e la Basilica che custodisce la Tomba di san Francesco. A quel luogo santo si è fatto riferimento per la sua valenza simbolica. Ancora quest'anno 2011 il raduno del 25° avrà luogo in Assisi.

Perché Assisi? Perché san Francesco? Per una risposta, mi viene da partire da un episodio della vita di san Francesco, tratto dai Fioretti. È Francesco stesso che dà una risposta alla nostra domanda. “Dimorando una volta santo Francesco nel luogo della Porziuncola con frate Masseo da Marignano, uomo di grande santità, discrezione e grazia nel parlare di Dio, per la qual cosa santo Francesco molto l'amava; un dì, tornando santo Francesco dalla selva e dalla orazione, il detto frate Masseo volle provare com'egli fosse umile, e andandogli incontro, e quasi proverbiando disse: «Perché a te, perché a te, perché a te?». Santo Francesco risponde: «Che è quello che tu vuoi dire?». Disse frate Masseo: «Dico, perché a te tutto il mondo viene dietro, e ogni persona pare che desideri di vederti e d'udirti e d'ubbidirti? Tu non sei un bell'uomo d'aspetto, tu non sei di grande scienza, tu non sei nobile; perché dunque a te che tutto il mondo ti viene dietro?».

Udendo questo santo Francesco, tutto rallegrato in spirito, alzando la faccia al cielo, per lungo tempo stette con la mente levata in Dio; e poi ritornando in sé, s'inginocchiò e rendette laude e grazia a Dio; e poi con grande fervore di spirito si rivolse a frate Masseo e disse: «Vuoi sapere perché a me? vuoi sapere perché a me? vuoi sapere perché a me tutto 'l mondo mi venga dietro? Questo io intendo da quegli occhi dell'altissimo Iddio, i quali in ogni luogo contemplano i buoni e i cattivi: ecco, quegli occhi santissimi non hanno veduto fra i peccatori nessuno più vile, né più insufficiente, né più grande peccatore di me; e però per compiere quell'operazione meravigliosa, che Egli intende compiere, non ha trovato più vile creatura sopra la terra; e perciò ha eletto me per confondere la nobiltà e la grandezza e la fortezza e bellezza e sapienza del mondo, affinché si conosca ch'ogni virtù e ogni bene viene da lui, e non dalla creatura, e nessuna persona si possa gloriare nel cospetto suo; ma chi si gloria, si glorii nel Signore, a cui è ogni onore e gloria in eterno». Allora frate Masseo a così umile risposta, detta con fervore, si spaventò e conobbe certamente che santo Francesco era veramente fondato in umiltà. A laude di Cristo e del poverello Francesco. Amen” (cfr. FF 1838, I Fioretti). Francesco d'Assisi ha incarnato quegli aspetti alti dell'umanità, della semplicità, dell'umiltà, della creaturalità, che rendono familiare l'uomo all'uomo in una relazione di fraternità piena verso ogni persona, anzi verso ogni creatura che alita sulla faccia della terra. Francesco d'Assisi ha scoperto il segreto di tutto ciò nella contemplazione di Dio, padre di tutti attraverso l'incontro con Gesù Cristo Figlio di Dio nel quale si rispecchia ogni uomo e ogni creatura.

Da allora i cristiani, ma anche gli uomini che hanno conosciuto la sua vicenda umana e spirituale, sono stati affascinati da lui, cogliendo la nostalgia per un mondo di fratelli, riconciliato tra uomini e uomini, tra uomini e animali, tra uomini e ambiente, che Francesco amava chiamare creazione, perché proviene da Dio e di Lui porta impressa l'impronta. I frati, i santi, i teologi, gli storici, gli artisti hanno descritto e riprodotto ciascuno nella sua arte, l'immagine, la natura e la personalità di Francesco.

Nella città di Assisi e soprattutto nei luoghi e nelle Basiliche a lui dedicate, si è cristallizzata nello splendore della bellezza, la personalità di Francesco e si cerca e si comprende la risposta data a frate Masseo. Assisi e la Basilica di San Francesco, è forse il luogo al mondo più visitato da uomini e donne, da giovani di ogni cultura, provenienza e fede religiosa. Certo, ognuno vi scorge la risposta ai propri desideri, ma tutti convergono in Assisi, da Francesco. Giovanni Paolo II amava intensamente san Francesco e a lui si rivolgeva perché vedeva in lui l'uomo del Vangelo puro, del Vangelo eroico, del Vangelo senza compromessi (Card. Comastri). In occasione della prima visita in Assisi (5 novembre 1978), lo stesso Giovanni Paolo II disse: «Francesco ha scritto a caratteri incisivi il Vangelo di Cristo nei cuori degli uomini del suo tempo». A Francesco chiedeva di aiutare lui e tutti i cristiani a tradurre analisi e prospettive “in semplice e fruttifero linguaggio del Vangelo”, “a risolvere tutto in chiave evangelica”. Francesco e il Vangelo, Francesco e la spiritualità, Francesco e la Pace, Francesco e il dialogo, Francesco e la creazione, Francesco e la bellezza, Francesco e l'arte, Francesco e la religione, l'ecumenismo, il dialogo… Certo ognuno vi coglie le proprie sfumature… ma tutto il mondo va dietro a Francesco perché in lui si legge il disegno di Dio: riunire nell'amore e nella concordia l'umanità intera. Giovani Paolo II, interpretando il sentimento comune, di fronte alla realtà della guerra, alla necessità di stabilire nuove relazioni tra gli uomini, diede appuntamento ad Assisi, da Francesco. Lo stesso ha fatto papa Benedetto XVI. Molti si sono resi co-protagonisti in questa impresa: uomini retti e buoni, che nel nome di Dio e nello stile di san Francesco d'Assisi hanno avviato una nuova stagione e un nuovo metodo di incontro, di dialogo, e di soluzione dei conflitti attraverso la preghiera, uno stile di vita fraterno e la responsabilità derivante dall'essere proprio religiosi. Sua Santità Benedetto XVI, rivolto ai Capi delle Delegazioni, che partecipavano all'incontro internazionale per la Pace, a Napoli, il 21 ottobre 2007, così sintetizzò il senso dello “spirito di Assisi”: «Nel rispetto delle differenze delle varie religioni, tutti siamo chiamati a lavorare per la pace e ad un impegno fattivo per promuovere la riconciliazione tra i popoli. È questo l'autentico “spirito di Assisi”, che si oppone ad ogni forma di violenza e all'abuso della religione quale pretesto per la violenza. Di fronte a un mondo lacerato da conflitti, dove talora si giustifica la violenza in nome di Dio, è importante ribadire che mai le religioni possono diventare veicoli di odio; mai, invocando il nome di Dio, si può arrivare a giustificare il male e la violenza. Al contrario, le religioni possono e devono offrire preziose risorse per costruire un'umanità pacifica, perché parlano di pace al cuore dell'uomo». Ci piace concludere queste brevi riflessioni, facendo risuonare il messaggio di fraternità, che Francesco d'Assisi annuncia. È il Cantico delle Creature, un autentico progetto di vita, nel quale Francesco riassume i suoi sentimenti e rende lode a Dio per aver creato gli uomini ed ogni essere, che è sulla terra affinché viva nell'armonia, nella pace e nella gioia di sentirsi figlio di Dio e fratello universale: Laudato sie mi' Signore, cun tucte le tue creature [...] Laudate et benedicete mi' Signore' et ringratiate et serviateli cun grande humilitate. È con questo spirito che offriamo il presente volume per approfondire e conoscere lo "spirito di Assisi".

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