Lo 'spirito di Assisi'èdi Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano
A Benedetto XVI sta particolarmente a cuore il tema della pace nel mondo. Basti pensare che al momento
della sua elezione ha voluto prendere il nome di Benedetto, come il suo predecessore Benedetto XV, profeta della pace, vissuto nel difficile periodo della prima guerra mondiale definita “una inutile strage”.
In quanto successore di Giovanni Paolo II, del quale fu collaboratore e consigliere privilegiato durante tutto il
lungo pontificato, non gli è certo sfuggita l'importanza di celebrare il 25° anniversario della storica assemblea interreligiosa del 1986 svoltasi ad Assisi.
Il ricordo di quell'evento non si è mai spento, ma anzi da allora si è allargata la strada del dialogo interreligioso nella Chiesa e oltre, tanto che nel corso degli anni è cresciuto il bisogno di realizzare un nuovo significativo
evento, che potesse offrire al mondo il forte segnale di una universale esigenza di pace.
Benedetto XVI ha spiegato nella sua enciclica “Caritas in veritate” che “la costruzione della pace esige la costante tessitura di contatti diplomatici, di scambi economici e tecnologici, di incontri culturali, di accordi su progetti comuni” e così via, ma esige anche il tenere in grande considerazione “lo sforzo anonimo di tante persone
fortemente impegnate nel promuovere l'incontro tra i popoli e nel favorire lo sviluppo partendo dall'amore e dalla comprensione reciproca” (n. 72).
Per affrontare il titanico progetto della pace, che sta alla base dello sviluppo umano dei singoli e dei popoli, Benedetto XVI propone ora, come aveva fatto Giovanni Paolo II nel 1986, di camminare insieme, fratelli cristiani
di diverse confessioni, esponenti delle tradizioni religiose del mondo e, idealmente, tutti gli uomini di buona volontà, di vivere la propria fede religiosa come servizio per la causa della pace.
Restano impresse le parole di Giovanni Paolo II: “Chi è in cammino verso Dio non può non trasmettere pace, chi costruisce pace non può non avvicinarsi a Dio”.
La necessità di chiamare in causa Dio per impetrare il dono della pace; di una pace che non sia solo frutto del tecnicismo di calcoli umani, trova concordi uomini e donne di spirito elevato di tutte le religioni, capaci di riconoscere in essa un bene primario e fondamentale per tutto il genere umano. Benedetto XVI, come Giovanni Paolo II e come i Pontefici che li hanno preceduti nel XX° secolo, possono essere considerati dei leaders in tema di pace.
Per parte mia, come Segretario di Stato, ho avuto modo di accompagnare Benedetto XVI nei suoi viaggi pastorali in varie parti del mondo. Ovunque si è presentato con la forza e la mitezza di un messaggero di pace; con l'arma della preghiera, il coraggio della verità e la prerogativa regale della carità. Ovunque ha disperso le nubi minacciose delle discordie, ed ha lasciato tracce di pace.
La preghiera del cuore sussurrata nella Moschea Blu di Istanbul, la commozione durante la visita al campo di
Auschwitz in Polonia, la sosta al Mausoleo di Yad Vashem a Gerusalemme, le visite alle Sinagoghe di Roma e di New York, con il loro carico di tristi ricordi profondamente compresi e compatiti, lo sconcerto provato davanti al
baratro causato dall'attacco terroristico a Ground Zero, l'incontro con gli esponenti del mondo della cultura al
Collège des Bernardins a Parigi, e tanti altri gesti hanno stupito e interessato il mondo.
Per non parlare del paterno aiuto offerto ai giovani, in occasione delle Giornate Mondiali della Gioventù e in tanti altri momenti di incontro, nel rispondere alle loro domande sul senso della vita e della fede, e ancora, come non ricordare i segni di pacificazione a seguito delle tumultuose reazioni ingeneratesi dopo la sua lectio magistralis a Ratisbona, fino al confronto avuto con degli intellettuali musulmani sulla collaborazione comune in vista della pace e della salvaguardia del creato.
Disponiamoci, dunque, a vivere con Benedetto XVI un nuovo momento di dialogo, di confronto, di preghiera, nella città di san Francesco, il santo della “fratellanza universale”: Assisi, da tutti riconosciuta come città simbolo della pace.
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