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Lo 'spirito di Assisi' è di Andrea Bocelli

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Il racconto esclusivo di Andrea Bocelli nel 2011 per la rivista San Francesco.



Il mondo sta attraversando un periodo estremamente difficile, caratterizzato da enormi tensioni internazionali, difficoltà economiche senza precedenti, attriti violentissimi tra culti e culture distanti tra loro, che si preoccupano di distruggere l'avversario, l'antagonista, il diverso, piuttosto che compiere lo sforzo necessario a costruire ciò che è condizione indispensabile ad una crescita armonica e sicura dell'umanità, presa nel suo insieme: il dialogo.

Quando penso a San Francesco d'Assisi e cerco di immaginarlo immerso nella sua quotidianità, totalmente spesa allo scopo di penetrare sempre più profondamente il mistero e il senso della vita, mi si fa incontro un uomo, incomparabilmente capace di aprirsi al dialogo; al dialogo con la natura, con gli animali e soprattutto con i suoi simili. E' probabile che Francesco fosse uomo di poche parole: "Siano le vostre risposte: Sì, sì; no, no"; e non di meno, il più desideroso di lanciarsi verso il prossimo, nel più profondo e luminoso esempio di _dialogo, che è fatto di ascolto, di comprensione, di sguardi, nei quali scintilla, impressionante, la forza dei buoni...

Ponendo l'Io al posto di Dio, gli uomini sono sempre più soli. Accecati da un egoismo sempre più contagioso, si affannano ad accumular ricchezze in misura sempre maggiore e sono sempre più poveri; apprendono lingue straniere, parlano con sempre maggior proprietà di linguaggio, e si capiscono sempre meno. Pregano lo stesso Dio e litigano sul modo più giusto di farlo. Dicono una cosa e ne fanno un'altra e un'altra ancora ne pensano.

Ma il Poverello di Assisi è ancora tra noi; la sua vita, il suo esempio, la sua silenziosa lezione, incidono oggi come allora nel più profondo delle nostre coscienze, scuotendole forte, tanto da farcele risultar scomode, scostanti, come solo la verità può essere. Il Poverello di Assisi giganteggia e domina i cuori di tutti coloro che si fermano ad ascoltarlo. Sono sufficienti pochi istanti e tutto si chiarisce, illuminato da un'idea, che non teme il trascorrere del tempo, il mutar rapido dei costumi e ci promette una serenità, una pace, che non si fanno attendere.

Senza il dialogo non c'è crescita, quindi, non c'è speranza. Nel più che auspicabile dialogo inter religioso, è necessario che gli uomini trovino la forza e l'umiltà di porre finalmente Dio al posto dell'Io, poichè la causa di tutte le tragedie umane, (nessuna esclusa), vanno ricercate proprio lì, in quella piccola, insignificante parola, di cui ciascuno di noi si riempie ogni giorno la bocca: _io: Io che ho diritto, io che conosco la verità di tutto, Io che posso, Io prima, Io, perchè sono il Dio che tu devi ossequiare...

Dio mio!!! Anche questa volta ho parlato io, come se avessi il diritto di farlo; ma ora farò silenzio e ti ascolterò, affinchè tu possa parlarmi attraverso i poveri, gli ammalati, gli ultimi; e dalle loro labbra giungano al mio cuore, parole di Verità e di Vita.

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