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Lo 'spirito di Assisi'èdi Tony Blair

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001



Nel ventunesimo secolo sarà improbabile assistere al conflitto di ideologie politiche che ha dominato invece il ventesimo. Ma lo scontro potrebbe essere a livello di ideologie religiose e culturali. Il mondo sta sperimentando un cambiamento rapido e tumultuoso. Per questo lo studio e la comprensione della religione sono oggi più importanti che mai. La globalizzazione, accelerata dalla rivoluzione delle comunicazioni, guida questo processo abbattendo confini, alterando la composizione di intere comunità, persino di interi Paesi.

I cambiamenti creano oggi sfide condivise che possono essere affrontate solo unendo le forze: terrorismo, crisi finanziaria, cambiamenti climatici e persino la nostra risposta alla primavera araba. L' interdipendenza è la condizione umana di oggi. L' interconnessione è la realtà. Commerci, migrazioni, viaggi, portano persone, culture e religioni faccia a faccia nelle nostre città, spesso al di là della libera scelta personale. Internet crea non meno importanti incontri, molti dei quali positivi. Ma può portare anche divisioni e ostilità sociale e alcune conseguenze vengono attribuite alla religione. Oggi un terzo della popolazione mondiale vive in Paesi in cui stanno crescendo le restrizioni nei confronti della fede e le ostilità sociali basate su differenze religiose. Diventa quindi difficile per le persone praticare il proprio credo e la stessa fede può diventare sinonimo di disprezzo e settarismo, e non di riconciliazione e giustizia, i valori fondamentali delle fedi del mondo.

Il diritto alla libertà di religione sancito nella Dichiarazione universale delle Nazioni Unite è spesso abrogato in nome di una presunta sicurezza nazionale. Le restrizioni ai diritti legittimi delle minoranze religiose non aiutano l' armonia sociale. Č evidente che, invece, siano all' origine dei crescenti conflitti legati alla religione determinando altre conseguenze negative. E non è una buona notizia per i governi che perdono credibilità e legittimità nei confronti dei propri cittadini.

L' Europa è tutt' altro che immune da queste pressioni. In un rapporto recente del Pew Research Center, nel 2009 l' Italia rientra nella categoria dei Paesi con un basso livello di restrizioni governative sulla religione ma con una moderata ostilità sociale nei confronti delle persone di altre fedi. Come molti Paesi del Sud Europa, la cattolica Italia è sempre più consapevole di essere il confine nord del musulmano Nord Africa. Questo è il background della mia Faith Foundation che tiene una serie di 4 seminari in autunno (il 13 ottobre a Roma, il 27 a Bologna; il 10 novembre a Milano e il 30 a Venezia, ndr), in collaborazione con la Fondazione per la Sussidiarietà, l' Università Luiss Guido Carli di Roma, l' Università di Bologna, l' Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e l' Università Ca' Foscari di Venezia. La nostra iniziativa Faith and Globalisation (fede e globalizzazione) coinvolge Università in tutto il pianeta per analizzare l' importanza della religione nel mondo interconnesso del ventunesimo secolo.

La prospettiva italiana in questa serie di seminari conferma il ruolo che la religione svolge nelle complesse sfide contemporanee che la società italiana si trova ad affrontare. In primo luogo si assiste a un cambiamento significativo del ruolo della fede nella crescente contrapposizione fra pensiero religioso e secolare a proposito dell' ordinamento della società e delle priorità dei valori. In secondo luogo si assiste al bisogno di integrare i migranti di minoranze religiose, la maggior parte delle quali è costituita da islamici che approdano in una società tradizionalmente cattolica.

Questo determina una nuova domanda in termini di educazione, cura pastorale, dialogo interreligioso e un ripensamento dell' insegnamento sociale cattolico. L' Italia non è la sola a confrontarsi con la richiesta di pluralismo religioso. L' Europa non ha una posizione univoca sul ruolo della religione nella vita pubblica e neanche sul pieno significato del diritto universale alla libertà di religione delle Nazioni Unite.

Nel mondo non mancano gli esempi di successo di religioni «amiche della democrazia» spesso associate a «democrazie amiche della religione». Dove questi esempi mancano, la religione diventa parte del problema soprattutto quando le democrazie secolari si rifiutano di vedere come la religione permei gli spazi della politica. Come il secolarismo, o la laicità, abbia a che fare con la partecipazione delle persone di fede nel dibattito pubblico, nella società civile, nella religione e nella sua relazione con lo Stato, sta diventando rapidamente una questione politica chiave per l' Europa di oggi. Abbiamo visto molti modi, legittimi e illegittimi, con cui le religioni influenzano l' ambito pubblico, le differenti forme di tradizione repubblicana e altri approcci secolari alla religione nella vita politica.

Ma cosa significa per una democrazia essere «amica della religione» e come possono i governi democratici salvaguardare i diritti delle minoranze religiose? Gli uomini di Stato e i leader politici che ignorano l' importanza dell' identità religiosa oggi lo fanno a loro rischio e pericolo. La tensione fra diritti religiosi individuali e collettivi, il bisogno di una identità aperta che convive con la diversità, per una libertà religiosa posta al cuore dei diritti umani, sono tutti problemi comuni all' intera Europa. Creare una cultura di dialogo, rispetto e comprensione per le altre fedi non è un optional .

«La persona umana ha diritto alla libertà religiosa e tutte le persone, in ogni parte del mondo, dovrebbero essere immuni da costrizioni da parte di individui, gruppi sociali e ogni potere umano» scrive Giovanni Paolo II in Ecclesia in Europa . Ma, per un' Europa sempre più secolarizzata, anche le più fondamentali domande devono essere poste e ottenere risposta: «Perché la fede è importante in un mondo globalizzato?». «Quali valori e virtù sono richiesti in questo passaggio di globalizzazione per sostenere il pluralismo politico e religioso delle nazioni democratiche del ventunesimo secolo?».

«E di quale educazione hanno bisogno i giovani per essere pronti a vivere questo mondo in cui differenti fedi, inevitabilmente, si incontrano?». Durante la mia esperienza come Primo Ministro, la fede è stata una forza propulsiva straordinaria nel campo dello sviluppo internazionale, della salute e dell' educazione. Dobbiamo ricercare e costruire i valori universali nella comprensione di giustizia e carità come temi religiosi principali delle fedi monoteistiche.

Lo studio di fede e globalizzazione è diventato essenziale per l' attuale vita accademica. Vorrei che si radicasse nelle Università italiane per aiutarci a comprendere l' impatto della religione, positivo o negativo che sia. Uno straordinario esempio di Chiesa globalizzata che ha saputo creare una solida rete di interconnessione è l' Unione Superiore Maggiori d' Italia, che contrasta con la sua battaglia il traffico sessuale, il lato più oscuro della globalizzazione, lavorando con Religiose in giro per il mondo. Una protagonista assoluta di questa missione pastorale nei confronti delle donne vittime della tratta, Suor Eugenia Bonetti, ha affermato con orgoglio: «Abbiamo una rete più potente di Al-Qaeda». Possa questa essere la realtà dominante nel secondo decennio dopo l' 11 settembre.

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