societa

Povertà nella Chiesa, povertà nella politica

Monica Cardarelli
Pubblicato il 30-11--0001

L'evento organizzato dall'associazione di amicizia politica Argomenti 2000 e promosso dal CERSES - Centro di Ricerca e Studi Storici Sociali - ha proposto un'interessante riflessione su un tema così importante e urgente che non poteva trovare migliore accoglienza nella città di Francesco e Chiara che della povertà hanno fatto il loro fondamento.

Si è parlato di povertà dunque declinata nelle varie accezioni, da quella ecclesiale a quella politica passando per la povertà sociale e comunitaria perché, come ricordava p. Giacomo Costa, la dimensione mistica e contemplativa della povertà è la misericordia: attraverso la Chiesa si deve realizzare il progetto e il disegno di condivisione dei beni che è anche una forma di giustizia. La povertà, cioè, è una proposta sociale e politica che non significa rinuncia ai beni e sdegno nei confronti di ciò di cui possiamo usufruire ma piuttosto, come sottolineava il cardinal Gualtiero Bassetti, utilizzare i beni e le ricchezze non per se stessi ma per il servizio ai fratelli. Distinguere cioè tra povertà e miseria: questo l'atteggiamento del cristiano non solo all'interno della comunità ecclesiale ma anche nella società e nella politica.



Lo stesso Francesco si è spogliato dei suoi stessi abiti rinunciando a ogni avere, e Chiara ha rinunciato ai beni della sua eredità che è stata venduta per darne il ricavato ai poveri. Dalle testimonianze degli Atti del Processo di Canonizzazione di santa Chiara si legge che i beni non sono stati venduti ai parenti perché Chiara non voleva che i poveri venissero defraudati. Infatti, per lei e per Francesco, distribuire il ricavato ai poveri significava compiere un gesto di giustizia, perché tutto è dono di Dio a ciascuno di noi e niente è da considerarsi come proprio.

In questo senso come precisava il cardinal Bassetti, la misericordia rappresenta il tramite tra giustizia e carità perché il superfluo da donare ai fratelli poveri non è tutto ciò che avanza, ma ciò che sta sopra la mensa, questo è da condividere con loro.



A tal proposito non si può non ricordare come nel Testamento di Francesco il Santo ricordi come momento iniziale della sua conversione l'incontro con il lebbroso cui il Signore lo conduce. È un momento forte e di grande cambiamento perché dopo quell'abbraccio quello che era amaro si è trasformato in dolcezza d'anima e di corpo e subito dopo Francesco usò con i lebbrosi "misericordia". La misericordia, l'espressione del volto di Dio, è condivisione dei beni ma anche delle sofferenze e delle gioie con i fratelli e le sorelle; è prossimità concreta che conduce a una libertà e uguaglianza, all'accettazione della fraternità.



In questo senso la povertà può essere declinata non solo nell'ambito ecclesiale ma anche in quello sociale o politico. Interessanti i contributi apportati al convegno dal costituzionalista Gianni Di Cosimo dell'Università di Macerata e da Enrico Sarti, Legale di enti no-profit che hanno introdotto una riflessione su un piano giuridico partendo dalla legge del 20/5/1985 n. 222 sulle disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico, introducendo così temi attuali come il pluralismo religioso e il dialogo tra le confessioni religiose e lo Stato italiano.



La giornata conclusiva ha visto protagonisti della riflessione sociale Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore; Roberto Gatti, docente di Filosofia politica all’Università di Perugia; suor Rita Giaretta, di Casa Rut di Caserta e Adnane Mokrani, islamista, docente al Pisai di Roma. Ogni relatore ha apportato la propria esperienza nell’ambito sociale in cui opera come ad esempio suor Rita di Casa Rut che ha testimoniato come dal niente un piccolo gruppo di suore sia riuscito ad accogliere e togliere dalla strada e dallo sfruttamento donne provenienti da vari paesi. A loro viene data fiducia e accoglienza ed è affidato qualche piccolo grande lavoro manuale che gli permette di essere attive e di operare per il proprio sostentamento ma soprattutto per recuperare la dignità umana che gli è stata tolta. Piccoli passi che dimostrano ancora oggi che un atteggiamento semplice di povertà e di gratuità condivisa, quindi di misericordia, può portare dei frutti.



L’incontro si è concluso con l’intervento di Ernesto Preziosi che ha ricordato anche l’importante cammino svolto in questi anni da Argomenti 2000. L’associazione di amicizia politica, infatti, nasce dalla volontà di alcune persone di agire al servizio di una nuova stagione politica e si propone come collegamento tra persone provenienti da diversi percorsi di impegno sociale, ecclesiale, culturale e politico puntando sull’amicizia come fondamento delle “relazioni politiche” per accrescere la consapevolezza e il coinvolgimento nella società.



Porre al centro la persona e le relazioni, l’amicizia e la fraternità attraverso gruppi, circoli e centri culturali per creare così una rete e un collegamento nel territorio italiano. Numerose dal 2005 al 2015 le attività proposte, dai convegni ad Assisi agli incontri a Roma o ai seminari a Bose solo per citarne alcuni che hanno proposto interessanti occasioni di riflessioni e incontri per un impegno sempre più consapevole e responsabile. 

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