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Mercoledì delle ceneri, un rito che ispira

Redazione online
Pubblicato il 01-03-2017

La Quaresima, un cammino da percorrere

Col mercoledì delle Ceneri ha inizio il cammino quaresimale. Vissuto in preparazione alla Pasqua, questo periodo di 40 giorni è caratterizzato dall’invito alla conversione, dalla riscoperta della dignità battesimale, da una rinnovata attenzione alla dimensione penitenziale. Aspetto, quest’ultimo, che è principalmente una disposizione interiore e si concreta nella pratica del digiuno, dell’astinenza dalle carni (il mercoledì delle ceneri e tutti i venerdì seguenti), della preghiera e delle opere di carità. A tali esercizi penitenziali vanno affiancati quelli comunitari e pubblici, che si diffusero a seconda dei tempi e delle aree geografiche. Tra questi va ricordata, per il carattere universale assunto, l’imposizione delle ceneri.



Questo rito divenne così proprio del primo giorno quaresimale da designarlo nel titolo, che sostituì quello più antico di mercoledì iniziale del digiuno (in capite ieiunii). Esso si riconnette strettamente a due concetti scritturali: il ricordo della caducità della condizione umana (cfr. Gen 3, 18; Gb 30, 19; Sir 17, 27) e l’afflizione penitenziale, che presso il popolo dell’alleanza si esprimeva  con l’uso della cenere (spesso associata al cilicio). I casi più celebri sono quelli della conversione degli abitanti di Ninive (Gio 3, 5-9) e dell’impresa di Giuditta, che si prepara a liberare Betulia dopo aver indossato il cilicio, essersi cosparsa il capo di cenere e posta in atteggiamento d’adorazione (Gdt 9, 1). Gesù stesso parla di penitenza con cenere e cilicio, nel rimproverare Betsaida e Corazin d’essere rimaste sorde alla sua parola (Mt 11, 21).



Questo duplice significato fu sempre sotteso al rito dell’imposizione delle ceneri. Benché indipendente dalla Messa, la cerimonia appare già attestata nell’VIII secolo sulla base dell’antifonario di Mont-Blandin. Un formulario di benedizioni delle ceneri è riportato nel Pontificale romano-germanico (XI secolo). Divenuta pressocché generale come si evince anche dalle Vite dei Santi di Aelfric, la pratica dell’imposizione delle ceneri il primo mercoledì di Quaresima fu raccomandata a chierici e laici da Urbano II nel Concilio di Benevento del 1091. Nel XII secolo, infine, il rito fu introdotto nella liturgia ufficiale all’interno della celebrazione eucaristica. Nello stesso periodo il Pontificale romano attesta l’uso dell’imposizione delle ceneri al clero da parte del Papa in S. Anastasia, la chiesa della colletta. Da qui partiva poi la processione penitenziale verso S. Sabina, dove era celebrata la stazione.



Non si può infine non ricordare come questo rito abbia sempre evocato suggestioni tali da ispirare artisti di ogni genere, fosse solo nella scelta del titolo “Mercoledì delle ceneri” da dare ai propri scritti (come Thomas Eliot o Ethan Hawke), quadri (come Carl Spitzweg o Riccardo Tommaso Ferroni), film (come Edward Burns o Larry Peerce) e canzoni (come Elvis Perkins o gli Shivaree).

  Francesco Lepore

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