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Inps: pensione in anticipo, e redditi minimi

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Per poter pianificare il proprio futuro è necessario che un lavoratore sappia qual è la sua storia contributiva, quando e con quanto potrà andare in pensione. Lo dice il presidente dell'Inps, Tito Boeri, in una intervista al Corriere della Sera all'indomani della sua lettera ai dipendenti dell'istituto di previdenza. Per il professore della Bocconi l'Inps deve cambiare, a cominciare dalla trasparenza e dalla governance.

Andiamo per gradi: operazione trasparenza.  Si partirà da una busta arancione, o meglio, dall''operazione busta arancione' con cui il lavoratore potrà conoscere la sua situazione contributiva: conto contributivo e stima della pensione. Ovviamente, sarà solo per coloro che non hanno una connessione internet. Per tutti gli altri ci sarà l'assegnazione di un pin con il quale accedere, attraverso il sito Inps, al proprio conto e simulare la pensione futura. Nel 2015 la novità riguarderà tutti i dipendenti del settore privato,"nel 2016 - aggiunge - dovrebbe essere possibile anche per i parasubordinati".

Più, tempo ci vorrà, invece, per i dipendenti pubblici perchè è più difficile ricostruire i loro versamenti.  Il presidente parla poi di ristrutturazione interna dell'istituto. Si interverrà sulle direzioni centrali dell'Inps, "che sono troppe, una cinquantina". Capitolo riforma della governance. Per Boeri è necessario un consiglio di amministrazione di sole 3 persone, compreso il presidente.  Poi il capitolo forse più importante e che riguarda un po' tutti: il problema di chi resta senza lavoro in età anziana ma che è ancora lontano dalla pensione. E qui entra in gioco la flessibilità sull'età pensionabile.

Per Boeri la questione si può affrontare soprattutto "dal lato degli ammortizzatori sociali. Finora - aggiunge - il tema degli esodati è stato affrontato con sei decreti di salvaguardia che spesso aiutano chi ha redditi elevati mentre ci sono tante altre situazoni non protette". Per il presidente dell'Inps le risorse pubbliche devono quindi essere spese meglio prevedendo "un reddito minimo per contrastare le situazioni di povertà, finanziato dalla fiscalità generale.  Poi - conclude - dal lato della previdenza usando il calcolo contributivo si potrebbero introdurre forme di flessibilità" consentendo l'uscita anticipata del lavoratore ma con una busta più leggera, ma prima bisogna convincere la Commissione Ue, perchè purtroppo i conti pubblici  vengono considerati nella loro dimensione annuale anzichè sul medio lungo periodo".  (Rainews)

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