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Imprese recuperate dai lavoratori in forma cooperativa: sfida che funziona

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

In un mondo del lavoro devastato dalla crisi, c’è un fenomeno quasi ignorato dai media e che gli anglosassoni chiamano «workers buyout», ossia quando un’azienda fallita viene rilevata dai suoi ex dipendenti che si riuniscono in cooperativa e investono l’indennità di disoccupazione o il Tfr  per rilanciarne la produzione. Una sfida economica e anche un cambio di paradigma mentale, per chi da operaio si reinventa imprenditore. Una sfida difficile che però, nella grande maggioranza dei casi, ha successo.

Di questo esperienze si è parlato in occasione della presentazione del libro “Lavoro senza padroni” scritto da Angelo Mastrandrea, giornalista che scrive per l’Espresso e Internazionale che nel libro racconta un viaggio tra le imprese recuperate, fra Italia, Europa e America Latina. “Con questo libro reportage ho voluto raccontare le storie di lavoratori che con impegno, passione e coraggio sperimentano non solo un modo nuovo di fare impresa ma un modo nuovo di vivere. Nel mio viaggio fra le fabbriche recuperate ho visto di tutto, dalle piastrelle agli infissi, dai medicinali ai sanitari. E dunque l’unico limite è il coraggio al cambiamento”.

I dati confermano queste sensazioni. Al 2014 le imprese recuperate in Italia erano più di 250 di cui Umbria oltre 20. Negli ultimi anni questo fenomeno è in costante crescita come conferma Dino Ricci, Presidente di Legacoop Umbria. “Le imprese recuperate rappresentano un’esperienza importante in Italia ed in Umbria. In seguito al lungo periodo di crisi che abbiamo vissuto molte realtà imprenditoriali importanti della nostra regione sono andate in difficoltà ed alcune di queste sono state salvate dai lavoratori in forma cooperativa. Come Legacoop accompagniamo i lavoratori che intendono costituire una cooperativa per salvare la propria impresa, mettiamo a disposizione dei lavoratori, a titolo gratuito, consulenze specialistiche e li supportiamo nel confronto con gli istituti di credito e società finanziarie specializzate come Coopfond. Il fondo di investimento che interviene nel capitale delle società cooperative e che ha una specifica di linea di intervento per supportare la nascita e lo sviluppo delle imprese recuperate ”. Recentemente importanti imprese manifatturiere della nostra regione come la Stile e la Fail sono state recuperate dai lavoratori riuscendo in questo modo a salvare un patrimonio di competenze e quasi 80 posti di lavoro che altrimenti sarebbero andati dispersi. La cooperativa rappresenta anche una soluzione per favorire il cambio generazionale coinvolgendo i dipendenti nella proprietà dell’impresa come è accaduto in passato con la Keller Grigliati e recentemente con la cooperativa GBM.

Per Luca Ferrucci professore di economia all’Università di Perugia i workers buy out rappresentano un esempio di come sia possibile percorrere nuove strade per tornare a crescere. “Dopo anni di crisi economica – afferma Ferrucci – è sempre più forte l’esigenza di individuare nuove politiche industriali sia in Italia che in Umbria. Le imprese recuperate rappresentano un esempio di come nelle situazioni di crisi d’impresa è possibile sperimentare soluzioni nuove che permettono di salvare l’impresa ed i lavoratori”.

 

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