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IMMIGRAZIONE: È UN'ECATOMBE!

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Merkel all’Europa: siamo ricchi, possiamo aiutarli

Un orrore senza fine. Un doppio naufragio al largo delle coste libiche ha causato almeno 200 morti, ma il bilancio potrebbe ancora aggravarsi. E intanto l’Austria è sotto choc per la scoperta di decine di cadaveri dentro un camion frigo abbandonato in autostrada. Secondo le ultime informazioni i corpi sarebbero almeno 70.

BARCONI A PICCO 

L’emergenza al largo della costa libica (nei pressi di Zuwara) è scatta nella serata di giovedì quando le autorità locali hanno comunicato che due barconi (con circa 450 migranti a bordo) erano affondati. Stamattina circa 200 cadaveri di migranti sono stati individuati dalla Guardia costiera libica davanti alle coste. I corpi di 40 persone sono stati trovati all’interno della stiva di un barcone che si è arenato su una spiaggia, mentre circa 160 galleggiavano in mare. I corpi in mare sono stati localizzati a circa 1 km al largo della costa della Libia, davanti a Zuwara. La Guardia costiera libica, afferma un responsabile, è riuscita a recuperare alcuni cadaveri e a portarli sulla spiaggia, ma altri sono stati lasciati in mare perché il battello libico «non aveva abbastanza luce per continuare il lavoro».

I corpi «sembrano di migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana, dal Pakistan, dalla Siria, dal Marocco e dal Bangladesh», afferma un responsabile della sicurezza libica. 

I NUMERI CHOC 

Intanto è approdata ieri sera nel porto di Palermo la nave svedese Poseidon con a bordo 571 migranti e 52 salme: sono le vittime dell’ultima tragedia avvenuta nel Canale di Sicilia, che erano rinchiuse nella stiva di un barcone soccorso ieri dall’unità svedese impegnata nell’operazione Triton. Gli uomini della squadra mobile hanno fermato sei presunti scafisti. «Picchiavano i nostri compagni per non farli uscire dalla stiva», hanno raccontato i superstiti. Nel nel Canale di Sicilia, l’incidente con il bilancio più pesante resta quello del 18 aprile scorso: circa 700 le vittime, la strage più grave dal dopoguerra. La Libia, con la sua crisi interna che ha spaccato il Paese in due favorendo l’infiltrazione dell’Isis, è terra da cui salpano molti barconi allestiti dai trafficanti di esseri umani grazie proprio alla carenza di controlli.

LA STRAGE DEL TIR 

L’Europa è costretta ad aprire gli occhi ancora una volta sulla drammaticità dell’emergenza immigrazione. Ieri decine di corpi senza vita di profughi sono stati trovati a bordo di un camion abbandonato sul ciglio dell’autostrada, nei pressi di Parndorf, provincia di Neusiedl am See in Austria. Morti soffocati, che per ora non hanno neppure un paese di provenienza. Il bilancio fino a ieri era incerto: da 20 a 50 vittime. Ma questa mattina la polizia ha spiegato che i morti sarebbero almeno 70. Sono stati abbandonati da qualcuno lungo la A4. Qualcuno che ha fatto perdere le sue tracce. Ora è caccia all’autista. Con tutta probabilità le vittime avevano percorso la “rotta dei Balcani”. L’odissea delle migliaia di profughi e migranti non si arresta neanche davanti alla barriera metallica e di filo spinato che il governo conservatore di Viktor Orban sta ultimando di erigere nel sud dell’Ungheria, lungo tutti i 175 km della frontiera con la Serbia.

MERKEL: SIAMO RICCHI, DOBBIAMO AIUTARLI 

Vienna ha reagito con cordoglio ma anche con nettezza: «Questa tragedia ci colpisce tutti. Servono subito dei centri di accoglienza sui confini dell’Ue, per garantire sicurezza e protezione ai profughi», ha indicato il ministro dell’Interno Johanna Mikl Leitner. Il premier Matteo Renzi ha parlato di «una morte assurda che sconvolge la coscienza di ognuno di noi e sottolinea una volta di più se ce ne fosse bisogno la centralità del tema dell’immigrazione in un’Europa dove tornano a ergersi muri». La notizia è calata sul vertice sui Balcani occidentali, in corso nelle stesse ore a Vienna. «È una notizia tragica», ha dichiarato il cancelliere austriaco Werner Feymann, per il quale è prioritario «salvare le vite». Al suo fianco «sconvolta» la cancelliera tedesca Angela Merkel: questa tragedia «agghiacciante è un monito affinché l’Europa sia solidale», ha affermato la Merkel, dicendosi «assolutamente convinta che la ricca Europa sia in grado di fronteggiare» il fenomeno migratorio anche se i flussi di oggi superano quelli successivi alla seconda guerra mondiale. (La Stampa)

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