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Cronache dell’estate che non c’è stata

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Poco sole, molte nubi, piogge e nubifragi, aria fresca al Nord, più caldo solo al Sud. Questa una sintetica carta d’identità dell’estate meteorologica in Italia, che almeno sulle regioni settentrionali verrà ricordata come una tra le più grigie e umide da decenni.  

 

Colpa degli anticicloni rimasti lontani dalle Alpi, quello delle Azzorre confinato in pieno oceano, quello nordafricano limitato al Meridione, lasciando così aperta la strada all’ingresso di perturbazioni atlantiche verso il Nord.  

I primi dati degli osservatori meteorologici, a poche ore dalla chiusura del trimestre giugno-agosto, indicano che l’estate 2014 è stata più fresca rispetto alla media delle recenti stagioni molto calde, tuttavia normale se la si confronta con quelle più fredde dei decenni precedenti: a Torino la temperatura media di 22,5 °C è di 0,8 °C sotto la norma del periodo 1981-2010, ma diviene perfino leggermente sopra media (+0,2 °C) se si considera il trentennio standard di riferimento 1961-90; situazione simile a Parma e a Pontremoli, in Lunigiana, con 0,6 e 0,4 °C in difetto rispetto al trentennio più recente.  

Soltanto il Sud ha beneficiato della protezione anticiclonica ma le temperature sono rimaste comunque prossime al normale (eccesso termico di appena 0,2 °C a Palermo), e le ondate di caldo sciroccale hanno portato punte di 40-42 °C per pochi giorni in qualche località tra Catanese e Siracusano. Il caldo eccezionale ha invece interessato la Scandinavia, fino a 7 °C oltre la media in Svezia.  

Sul Nord Italia l’anomalia più importante riguarda la scarsità di soleggiamento (estate meno soleggiata da 150 anni nel limitrofo Canton Ticino), la quantità e la frequenza delle precipitazioni, specie per il contributo di un piovosissimo luglio. Nei tre mesi estivi i pluviometri hanno raccolto quantità d’acqua quasi doppie rispetto al consueto a Torino e Milano, rispettivamente 404 e 446 mm, ma qui i primati delle umide estati ottocentesche restano lontani (586 mm nel 1819 a Torino, 569 mm nel 1875 a Milano). Più vicina al suo massimo storico di piovosità estiva una città come Pordenone, bagnata da continui temporali prealpini che hanno totalizzato 531 mm, a confronto dei 588 mm dell’estate 1968.  

 

Rare le giornate completamente asciutte da un capo all’altro del Paese, e su alcune zone di Alpi e Prealpi orientali è piovuto circa un giorno su due: 39 giorni a Pordenone (qui il record è di 41), ben 45 nel Bellunese. Benché più diradati, diversi acquazzoni hanno interessato anche il Sud, tanto che Palermo ha raccolto 77 mm di pioggia in luogo dei 29 normali.  

E ora, come sarà l’autunno? Oltre i canonici cinque giorni delle previsioni meteo, nessuno lo può dire con attendibilità. Settembre comincerà con un’irruzione di aria fresca dai Balcani più attiva verso il Centro-Sud italiano dove causerà una prima “rottura” dell’estate mediterranea, ma non è escluso che in seguito aria più calda torni dal Nord Africa e che l’estate possa ancora riprendersi con tardivo vigore.  (LAStampa)

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