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Car sharing: il boom non si ferma. Previsti 12 milioni di utenti entro il 2020

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Dodici milioni di utenti e un giro d'affari di 6,2 miliardi di euro a livello globale entro il 2020. È la previsione della crescita dell'auto in condivisionecontenuta nel documento che verrà presentato mercoledì prossimo in Campidoglio per la Giornata europea del car sharing organizzata dal ministero dell'Ambiente, dal Comune di Roma e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile.

Un eccesso di ottimismo? Non si direbbe a giudicare dalle reazioni del mercato. L'anno scorso Avis, la multinazionale dell'autonoleggio, per comprare Zipcar, la numero uno del car sharing in America, ha sborsato quasi 500 milioni di dollari, pagando ogni azione il 49% in più rispetto alla chiusura del 31 dicembre. Segno di una forte convinzione sulla rapida crescita della domanda.

In Europa il car sharing conta già oltre 500mila iscritti e 13mila auto. Ma i numeri salgono mese dopo mese. In Francia il successo di Autolib nell'area parigina ha portato a una riduzione del parco auto privato pari a 22.500 macchine, equivalenti a 164 milioni di chilometri percorsi in un anno. Attualmente ci sono anche 2.500 veicoli al 100% elettrici distribuiti nelle 880 stazioni della regione parigina. 

E in Italia nel 2013 l'abitudine a muoversi prendendo una macchina in affitto anche per pochi minuti è dilagata: sono 200mila gli iscritti alle due società che hanno rilanciato il servizio (Car2Go, con alle spalle Mercedes, ed Enjoy, una partnership tra Eni, Fiat e Trenitalia) mettendo in circolazione più di 2mila macchine. Si calcola che per ogni auto pubblica se ne tolgono dalla strada tra le 12 e le 14 private, con la prospettiva di arrivare a 30 oltre un certo livello di diffusione. Un'ancora di salvezza per un paese come il nostro in cui ci sono 600 macchine ogni 1.000 abitanti, con punte di 700 in città come Firenze.

Tra l'altro le prospettive di crescita dell'auto condivisa da prendere per brevi tragitti sono consistenti, visto che il 70% degli spostamenti in Italia avviene nel raggio di 10 chilometri. "Il car sharing è una formula win-win, perché è a costo zero per i Comuni, riduce la congestione e abbatte i costi per le famiglie rispetto alla proprietà dell'auto privata", spiega Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile. "Questo successo fa parte di una nuova concezione economica: la 'sharing economy' che può essere applicata a molti servizi, dall'auto alla bicicletta, dalla rete wi-fi condominiale, alla lavatrice in comune".

Una rivoluzione che viaggia anche a due ruote. A Milano ci sono 205 stazioni attive e 3.500 biciclette (di un modello studiato per resistere a un uso intensivo) con 30mila abbonati annuali e 40mila iscrizioni giornaliere o settimanali, per un prelievo medio di 10.500 bici al giorno. Il Comune inoltre sta dando il via a un rilancio, da realizzare prima dell'Expo, che prevede il rafforzamento del sistema con altre 80 stazioni e almeno 1.000 due ruote elettriche. 

A Roma invece si fatica a superare i ritardi accumulati nella precedente amministrazione: le bici immesse in circolazione erano di tipo commerciale, più facilmente oggetto di furto, le spese alte e la manutenzione insufficiente. La nuova amministrazione ha annunciato una gara internazionale per far entrare in pista un grande gruppo specializzato nel bike sharing. (REPUBBLICA.IT)

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