salute

Cuba ferma la trasmissione dell’Aids da madre a figlio

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Proprio nel giorno in cui viene ufficializzata la ripresa dei rapporti diplomatici tra Stati Uniti e Cuba, giunge una notizia che premia la Sanità pubblica dell’isola. Il Paese caraibico è infatti il primo al mondo ad aver eliminato la trasmissione del virus dall’Aids da madre a figlio, secondo quanto certifica un documento dell’Organizzazione mondiale della sanità. «Ci aspettiamo che Cuba diventerà a breve la prima di molte nazioni ad aver eliminato la malattia tra i bambini», spiega Michel Sidibé, direttore esecutivo di Unaids, il programma di lotta a Hiv/Aids delle Nazioni Unite. 




«Questo - prosegue - dimostra che eliminare il contagio dell’Aids è un obiettivo possibile». Per avere la certificazione definitiva dell’Oms il Paese guidato da Raul Castro dovrà dimostrare di aver raggiunto alcuni requisiti di riferimento, ad esempio di aver registrato un numero inferiore ai 50 di bimbi nati con il virus dell’Hiv su 100 mila nascite per anno. Rispettando tali parametri, automaticamente l’Oms riconoscerà a Cuba di aver eliminato anche la trasmissione della sifilide tra madri e figli. Il risultato raggiunto dal Paese è di grandi significato per la salute pubblica di tutto il Pianeta, ed è il risultato degli sforzi congiunti tra la sanità nazionale cubana - rinomata per le grandi capacità -, l’Oms e la Pan American Health Organization, che dal 2010 lavorano assieme proprio per raggiungere questo risultato. 



 

«E’ uno dei più grandi successi possibili per la salute pubblica», ha commentato il capo dell’Oms, Margaret Chan. Ogni anno in tutto il mondo un numero stimato di 1,4 milioni di donne con l’Hiv rimangono iniziano una gravidanza e se non ricevono trattamenti medici specifici le possibilità di trasmettere il virus dell’Aids ai loro bambini varia dal 15% al 45 per cento. Se madre e figlio vengono tuttavia sottoposti a trattamenti retrovirali, ovvero vengono somministrate loro medicine che frenano la crescita e la moltiplicazione del virus nel corpo umano, la probabilità di trasmissione scende all’1 per cento. (Francesco Semprini - La Stampa)

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