religione

Verso il 4 ottobre, dalla Lombardia le tappe del nuovo umanesimo

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Il prossimo 4 ottobre sarà la Regione Lombardia a compiere ad Assisi il tradizionale gesto dell’offerta dell’olio per la «Lampada di san Francesco». Questo gesto, che vede ogni anno l’alternarsi di una regione italiana, è nato in occasione della proclamazione di san Francesco patrono d’Italia, voluta da Papa Pio XII nel 1939, in un momento tragico e gravido di conseguenze per il mondo intero.

La situazione dell’Italia e del mondo di oggi, pur lontana temporalmente da quel momento, è molto simile: la questione sociale che la crisi economica ha portato con forza in primo piano nelle nostre agende e nelle nostre vite; il bisogno di sforzi intensi per costruire cammini di pace che mettano fine alle tante violenze che sentiamo sempre più vicine a noi, e che si colorano spesso di sacro e di religione; la sete di speranza e di futuro di cui tutti soffriamo in modo sempre maggiore; il bisogno di ritrovare sapienza e virtù per essere veramente uomini e donne maturi e generatori di vita, nelle nostre società segnate in modo forte dalla tecnica e dai consumi: tutti questi tratti ci richiamano l’urgenza di tornare a guardare san Francesco come stimolo ispiratore del nostro essere cristiani oggi.

Il Santo di Assisi ci ha insegnato che cosa sia veramente la fraternità. Il suo modello di vita ispira un rapporto tra le persone senza discriminazioni, basato sulla uguale dignità di ciascuno, riconosciuto come figlio di Dio. Questa relazione positiva con ogni uomo e ogni donna trova le sue radici nell’esperienza spirituale di san Francesco, nella sua vita interiore, nell’ascolto della Parola di Dio e nella celebrazione dell’Eucaristia quale sacramento dell’umiltà di Dio. Uno stile di vita profondamente raccolto in Dio e a servizio di ogni uomo che fa di lui non tanto un uomo che prega ma «un uomo fatto preghiera». Un’altra caratteristica che rende san Francesco popolare ed attuale è la sua scelta radicale di povertà che è essenzialmente scelta di semplicità e di vita condivisa con chi è nel bisogno.

Il mettersi dalla I parte dei lebbrosi e dei bisognosi è scelta teologale, ossia determinata dalla imitazione della umiltà di Dio che viene a condividere la condizione umana. Infine il nome di san Francesco è visto in relazione alla pace e alla riconciliazione. Il «Perdono di Assisi» esprime questo desiderio del Santo di essere promotore di una riconciliazione con Dio ma anche nel popolo, e più radicalmente ancora in tutto il creato. La contemplazione che si accende all’ascolto del «Cantico di frate sole» ci permette di fare nostro lo sguardo limpido e il cuore disinteressato e aperto all’amore per ogni creatura che furono di san Francesco, rendendo anche noi capaci di riconoscere nel nostro mondo i tratti di quel giardino che Dio ci ha affidato perché ogni uomo potesse gustare il Suo amore verso di noi.

Sono tante le ragioni che ci spingono verso Assisi, a contemplare ancora una volta la testimonianza esemplare di santità che Francesco ci ha lasciato. Ecco il motivo per cui noi, Vescovi lombardi, indiciamo un grande pellegrinaggio di tutte le nostre Diocesi. Chiediamo a tutti i cristiani (gruppi, associazioni, movimenti, parrocchie, realtà ecclesiali e comunità etniche) di unirsi a noi in questo momento che ci vedrà tutti pellegrini ad Assisi il 3 e il 4 ottobre. Chiediamo che tutti i cristiani di Lombardia si adoperino per mettersi in sintonia con questo grande evento spirituale: chi può con la partecipazione diretta; a tutti chiediamo di impegnarsi in un itinerario di preparazione e di condivisione. Assieme pregheremo e affideremo all’intercessione di san Francesco il futuro delle nostre terre e delle nostre Chiese. Sarà l’occasione per pregare per le nostre famiglie e per il Sinodo che inizierà in Vaticano proprio in quei giorni; sarà anche l’occasione per prepararci al Convegno ecclesiale di Firenze. Che questo pellegrinaggio ci dia la forza per essere quegli uomini e quelle donne di cui la Lombardia ha bisogno per rispondere al desiderio di vita buona e di pace che tutti proviamo. I Vescovi delle Diocesi lombarde 

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