religione

Verso il 4 ottobre. Ad Assisi in preghiera per la pace

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Ad Assisi pregheremo per la pace. Molti ricorderanno, una volta, enormi manifestazioni a favore della pace. Anche oggi dovremmo manifestare questa scelta. E invece c'è poco. C'è sonnolenza, distrazione, indifferenza. Pensiamo di poterci chiudere in un mondo narcotizzato». Il vescovo ausiliare del settore  Centro Matteo Zuppi, presiedendo mercoledì sera nella basilica dei Santi XII Apostoli - la veglia di preghiera in preparazione del pellegrinaggio delle Chiese del Lazio ad Assisi, il prossimo 4 ottobre, ne riassume così il programma. Tutto votato al recupero del carisma di san Francesco, cui invita, fin dalla sua elezione, il primo Papa della storia della Chiesa con il nome del Poverello d'Assisi.

«Il nostro vescovo - ha proseguito il presule - ci aiuta tutti. I francescani ad essere più francescani, e noi a seguire il carisma di Francesco. Il pellegrinaggio ad Assisi è una di quelle occasioni che non vogliamo perdere per seguire il nostro vescovo che ci insegna a rivivere il carisma francescano. La memoria delle stigmate di Francesco ci ricorda di avere passione. Non si capisce il dolore degli altri, né quello di Gesù, senza vivere con passione e commozione. San Francesco non poteva trattenere le lacrime quando ascoltava la passione di Cristo. Tutti ci siamo intiepiditi. Quelle stigmate invece nascono da una passione di fronte alle stigmate di Gesù, e a quelle che vediamo in tanti modi, nel corpo dei poveri, e di quelli che muoiono nei barconi nel Mediterraneo. Francesco e Papa Francesco ci aiutano a capire questa commozione e a farla nostra. Dobbiamo contemplare come Francesco contemplò quel Cristo che parlava proprio a lui».

Sulla scorta delle parole del vescovo i fedeli presenti, durante la veglia, hanno contemplato la Croce di San Damiano, baciandone o accarezzandone il legno. Scopo del pellegrinaggio del 4 ottobre è portare nella basilica di Assisi l'olio per la lampada della tomba di san Francesco, compito che spetta a turno, ogni anno, ad una diversa regione d'Italia. Quest'anno sarà la volta del Lazio. «Questo pellegrinaggio - spiega fra' Maurizio Di Paolo, procuratore generale dell'Ordine dei francescani minori conventuali, che ha concelebrato la veglia - è un sentirsi partecipi della spiritualità francescana, ma soprattutto una dimostrazione di devozione verso la figura di Francesco patrono d'Italia. Per questo si porta l'olio che arderà nella lampada posta all'ingresso della tomba nella basilica di San Francesco. Un evidente richiamo alla parabola delle vergini sagge del Vangelo. Si tratta di un olio d'oliva prodotto nella nostra regione».

Al pellegrinaggio parteciperanno autorità politiche e civili del Lazio e tutti i vescovi della regione. Le diverse «famiglie» francescane si sono date un programma comune per il pellegrinaggio e sono state tutte rappresentate alla veglia. «Ci siamo ritrovati qui - ha spiegato fra'  Agnello Stoia, parroco di Santi XII Apostoli perché questa è una chiesa francescana nel centro di Roma e custodiamo due apostoli, Filippo e Giacomo il Minore: per noi francescani la dimensione apostolica è molto importante». Presenti, tra gli altri, il ministro provinciale dei Cappuccini, padre Gianfranco Palmisani; il ministro provinciale dei Frati minori, il neoeletto padre Luigi Recchia; ministro dei Frati minori conventuali, padre Vittorio Trani; il ministro del Terzo ordine secolare francescano, Bruno Tomarelli; la presidente del Movimento francescano italiano (Mofra) del Lazio, suor Silvana Sinopoli, e Giuseppe Rotunno del Comitato Civiltà dell'amore. (Avvenire - Roma Sette)

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