religione

Quando imbavagliamo il cuore. “La legge dell’amore” di Dio

Antonio Tarallo
Pubblicato il 17-03-2019

la Quaresima cerca di farci ragionare sul cammino umano-spirituale intrapreso fino ad oggi

“Quando non viviamo da figli di Dio, mettiamo spesso in atto comportamenti distruttivi verso il prossimo e le altre creature – ma anche verso noi stessi – ritenendo, più o meno consapevolmente, di poterne fare uso a nostro piacimento. L’intemperanza prende allora il sopravvento, conducendo a uno stile di vita che vìola i limiti che la nostra condizione umana e la natura ci chiedono di rispettare (…). Quando viene abbandonata la legge di Dio, la legge dell’amore, finisce per affermarsi la legge del più forte sul più debole. Il peccato che abita nel cuore dell’uomo – e si manifesta come avidità, brama per uno smodato benessere, disinteresse per il bene degli altri e spesso anche per il proprio – porta allo sfruttamento del creato, persone e ambiente, secondo quella cupidigia insaziabile che ritiene ogni desiderio un diritto e che prima o poi finirà per distruggere anche chi ne è dominato”.

(Dal Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2019)

Tra il 2017 e il 2018 circa 193.000 persone sono morte in Africa, Asia e Medio Oriente, a causa di conflitti a fuoco di diversa natura. Questo il quadro fornito dall’ “Armed Conflict Location & Event Data Project”, un progetto di raccolta, analisi e mappatura delle crisi armate. Attualmente, in Africa, sono in corso 14 guerre dichiarate. Poi ci sono la Siria e l’Afghanistan che insieme raccolgono una cifra equivalente a 4 volte le vittime dell’intera Africa. Entrambe le nazioni, superando i 71.000 decessi dovuti a conflitti armati, possono oggi considerarsi i luoghi più pericolosi al mondo. Poi sappiamo delle crisi di paesi come la Colombia, il Messico, il Venezuela e tanti, tanti altri. Se volessimo riassumere questo tristissimo scenario in un “asciutto” dato numerico, sarebbe questo: nel pianeta Terra sono circa settanta gli Stati coinvolti nelle guerre, ribellioni, rivoluzioni interne.

E poi ci sono le guerre che non troviamo sulle prime pagine dei giornali. Certamente, non hanno la gravità di avere “morti sulla coscienza”, ma queste producono quello potrebbe definirsi: “la morte del cuore”.  Sono le guerre con i propri vicini, con gli stessi nostri simili, quelle che avvengono nelle case di tante persone dove regna solo il silenzio, o – nei luoghi di lavoro – dove c’è spazio solo alla “guerriglia” della competizione, o ai crimini contro la dignità umana di un lavoro malpagato. Sono le guerre dell’indifferenza alla sofferenza di chi incontriamo per strada. Il pontefice ci ricorda, con semplicità: “Quando viene abbandonata la legge di Dio, la legge dell’amore, finisce per affermarsi la legge del più forte sul più debole”. Non ci vogliono tante parole per spiegare ciò che è così facile comprendere, ma che risulta difficile da mettere in pratica.  La “legge dell’amore”: questa legge così innata in tutti noi e che molte volte – involontariamente o coscienziosamente – mettiamo a tacere. Riusciamo a mettere, spesso, un bel bavaglio alla voce più intima, quella che sappiamo fin troppo bene che è quella vera e giusta. Quella è la voce di Dio, non ci sono altri termini per definirla.

L’immagine di copertina è forte, non si può dire altrimenti. E, anche un po’ provocatoria. Ma, a volte, c’è proprio bisogno di una “scossa” per generare in noi, una vera e profonda riflessione sul dove stiamo andando. E la Quaresima, ci aiuta in questo. E’ una vera e propria scossa che cerca di farci ragionare sul cammino umano-spirituale intrapreso fino ad oggi. E – allo stesso tempo – cerca di indicarci i possibili “miglioramenti” da apportare alla nostra vita, e quindi anche per chi ci è vicino. Papa Francesco, in merito, scrive con grande realtà antropologica: “Quando non viviamo da figli di Dio, mettiamo spesso in atto comportamenti distruttivi verso il prossimo e le altre creature – ma anche verso noi stessi”. Cosa c’entra, allora, un Bambino Gesù, nel periodo di Quaresima? La domanda è più che plausibile, visto il palese – apparente – “anacronismo”.  Ma, se parliamo di “legge dell’amore”, sappiamo bene quanto siano solo loro, i bambini, a poterci aiutare. Il problema dell’Oggi è, forse, che troppe volte – ormai – sentiamo il bisogno di mettere un bavaglio a Quella voce.  Un voce, che fin dalla Sua nascita, ha dichiarato il proprio amore per l’Umanità intera, e ha continuato a farlo, anche quando quella stessa Umanità, ha voluto metterlo in croce. I numeri delle guerre prima elencate, non sono altro, la triste testimonianza di quante volte – ancora adesso – siamo capaci di crocifiggere il fratello, che  – ricordiamoci – è espressione, volto di Dio stesso.


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